Economia

Trump apre uno spiraglio: “Sui dazi è probabile l’intesa”

New York – Dice Donald Trump che «è probabile anche raggiungere un accordo con l’Europa», mentre il commissario della Ue per il Commercio Maros Sefcovic conduce a Washington l’ultimo negoziato, per evitare i dazi del 30% minacciati a partire dal primo agosto. Resta però da capire cosa intenda il capo della Casa Bianca, quando rassicura che «tutto andrà bene», perché non è assolutamente certo che quanto andrebbe bene a lui rappresenterebbe una buona soluzione anche per il Vecchio continente.

Trump ha accolto l’inviato di Bruxelles rilasciando un’intervista a Real America’s Voice, con cui ha lanciato il messaggio di essere pronto a qualsiasi eventualità: «Potremmo forse raggiungere un accordo con l’Europa. Sapete, sono molto indifferente al riguardo». Come a dire che lui comunque non può perdere, perché o si conclude l’intesa, oppure il primo agosto scatteranno i dazi annunciati del 30%. «L’Unione Europea – ha aggiunto – è stata brutale con noi, e ora si sta comportando in modo molto gentile. Vogliono raggiungere un accordo, ma sarà molto diverso dall’accordo che abbiamo avuto per anni».

Forse è il bluff del giocatore di poker, che punta ad intimorire l’avversario, oppure stavolta è la realtà. Ieri pomeriggio, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha ovviamente ribadito la versione del presidente: «Crediamo che la scadenza sia il primo agosto. Per ovvie ragioni, l’Unione Europea continua a essere molto desiderosa di negoziare con il nostro Paese, sulle modalità per ridurre le loro barriere tariffarie e non tariffarie che da tempo danneggiano i nostri lavoratori e le nostre imprese». Ha confermato che la squadra dell’amministrazione guidata dal segretario Lutnick e l’ambasciatore Greer era impegnata nei colloqui con quella di Bruxelles, ma ha escluso un ulteriore rinvio della scadenza.

Trump invece sarebbe pronto a chiudere la partita inviando una singola lettera a oltre 150 paesi più piccoli, per comunicare che dovranno pagare una tariffa compresa fra il 10 e il 15%, se vorranno continuare ad avere accesso al mercato americano. La missiva «sarà la stessa per tutti, in quel gruppo. Non sono grandi Paesi e non fanno così tanto commercio con noi. Non sono come quelli con cui abbiamo già raggiunto accordi, tipo Cina o Giappone».

L’incertezza dunque resta su cosa potrebbe costituire una soluzione equa e ragionevole, conveniente o quanto meno accettabile per entrambe le parti. In linea generale, rinunciato all’obiettivo di zero dazi perché Trump vuole comunque incassare soldi attraverso le tariffe, la speranza è quella di ridurre l’aliquota, magari scendendo proprio verso il 10 o il 15% che il capo della Casa Bianca vuole imporre a tutti. Poi però resta il nodo dei vari settori con esigenze diverse. L’Europa vorrebbe abbassare i dazi del 25% sulle auto, perché domina gli Usa in questo campo con la qualità superiore dei suoi prodotti. Washington vorrebbe eliminare tutte le tasse imposte da Bruxelles alle compagnie digitali, e in generale cancellare i regolamenti che determinano gli standard di qualità di vari beni, a partire da quelli agricoli e alimentari. Alcuni di questi obiettivi sono linee rosse, che una volta varcate lascerebbero la guerra commerciale come unica alternativa .


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »