Balenottera spiaggiata in Golfo, al via il recupero dei resti
17.07.2025 – 17.27 – Sono iniziate questa settimana le operazioni di recupero dei resti della balenottera di 10 metri. Era stata rivenuta, spiaggiata, sotto i pontili di Porto San Rocco a Muggia il 30 agosto 2024. Le operazioni sono coordinate dai ricercatori dell’Area Marina Protetta di Miramare, supportati dalla Capitaneria di Porto e dal Nucleo Sommozzatori della Stazione Navale della Guardia di Finanza. Nonostante la ridottissima visibilità a quasi 20 metri di profondità, gli operatori tecnici subacquei di Shoreline sono riusciti a riportare in superficie buona parte della colonna vertebrale dell’esemplare, dalla coda fino alle prime vertebre cervicali. Molto rilevante da un punto di vista scientifico anche il recupero dei fanoni della balena. Nelle settimane scorse erano stati trasportati in un luogo più sicuro per evitare il rischio che andassero dispersi.
Una volta raggiunto il porto di Grignano, i reperti sono stati subito presi in consegna dai veterinari dell’Università di Padova. Avranno il compito di ricomporre i resti e dare così una “seconda vita” alla sventurata balenottera. L’ambizioso obiettivo è la ricostruzione parziale dello scheletro e la sua esposizione a Barcolana 2025. Dalla morte della balena e dalla scoperta di fine agosto, ci è voluto dunque quasi un anno affinché i suoi resti fossero pronti per essere estratti. Nei mesi scorsi gli operatori tecnici subacquei di Shoreline e ricercatori di Miramare si sono immersi più volte per verificare l’avanzamento della decomposizione dei tessuti molli dell’animale.
L’ultima immersione a marzo aveva evidenziato che buona parte del corpo, per degradazione naturale o per predazione, si era ormai decomposto. Mancava perciò davvero poco. Le pinne pettorali (le cosiddette “mani”), la testa e altre ossa giacciono al sicuro ancora in fondo al mare. Anche se in parte ancora ricoperte da tessuti molli, dovranno essere a breve recuperate per poter ricomporre lo scheletro nella sua interezza. Grazie alla convenzione stipulata dalla Fondazione WWF con l’Università di Padova, man mano che i resti saranno estratti verranno affidati ai veterinari dell’ateneo patavino.
[e.b.]