Grandi fuochi di Venezia, popolari e super lusso
Il conto alla rovescia è partito: il prossimo weekend segna il ritorno della festa più amata dai veneziani, e nota in tutto il mondo: la «notte famosissima» del Redentore che illumina la laguna con uno spettacolo eccezionale (e poi tante regate il giorno dopo). Per 40 minuti, dalle 23.30 di sabato 19, Venezia sarà avvolta da circa 6.000 fuochi d’artificio, 2.300 kg di materiale esplodente e 420 metri di fronte di fuoco. Un sistema radiocomandato da oltre 250 unità, posizionato su 5 grandi zattere e 25 pontoni più piccoli, darà vita a figure incantate nel cielo: stelle, cerchi, arabeschi e cascate dorate. Nel cuore del Bacino di San Marco, trapuntato dalle centinaia di barche del ponte e da quelle dei cittadini radunati per lo spettacolo pirotecnico ideato da Parente Fireworks, una grande performance che s’intitolerà “Casanova e l’Amore”, fuoco e bellezza, narrazione celeste di emozioni e battiti. Molto più di una sequenza di luci: un tributo alla figura storica di Casanova (di cui ricorre l’anniversario) e, al tempo stesso, una celebrazione della bellezza fragile e maestosa di Venezia. I colori raccontano appunto Casanova: il rosso della passione, l’oro dell’eleganza, il bianco dei sogni rubati, il blu dei misteri. Sarà strapieno, come al solito; i veneziani amano seguire i fuochi dalle barche, per tutti gli altri calli e campielli a testa in su, ma bisogna prenotare (tutte le info: redentorevenezia.it).
Tra San Polo e Pellestrina
È il sogno rumoroso e luminoso di una notte di mezza estate e lo spettacolo più popolare e amato dai veneziani veri e conserva un fondo di devozione autentico. Ed è, perciò, un’occasione anche per vivere la città, ciascuno scegliendo secondo gusti e tasche, puntando però sempre al meglio. Per chi preferisce gli intramontabili cicchetti, per esempio, due indirizzi sicuri. Adriatico Mar, bacaro top e minuscolo a San Polo, curato nei dettagli, ottime invenzioni gastronomiche e superbe scelte al bicchiere, oppure la selezione abbondante e perfetta delle Cantine del Vino già Schiavi, tappa obbligata a Dorsoduro, taverna che non tradisce le aspettative, polenta schie baccalà e tutto l’armamentario che potete immaginare. Fatevi un piacere, però: evitatevi l’onnipresente “spritz” e chiedete un sano, ottimo, «goto de vin».
Salendo di livello, nei ristoranti tradizionali ma di qualità tiene botta Vini da Gigio, ma la vera garanzia è sempre il Covo (e relativo bistrot), tutti sempre da prenotare a tempo debito. Per gite appena fuori dai confini della città, anche per respirare meglio e via dalla pazza folla di questi (e altri) giorni, è sempre valido Celeste a Pellestrina, ma chi si impone per qualità, in questo momento, è la Trattoria Boschetti in Locanda al Convento, amata dai mestrini e dai veri buongustai.
Colazione al Gritti
Per i cocktail – beviamo come dio comanda! – ci sono ben altre scelte. E se la miglior colazione lusso provata quest’anno a Venezia è quella del Gritti, con vista sul Canal Grande e pasticceria prelibata, gli altri hotel di super lusso affilano le armi e preparano una stagione piena di sorprese, dopo il passaggio del ciclone Bezos & Co. che ha fatto parlare anche troppo di sé. Torniamo sui luoghi del delitto, pardon sposalizio: ovviamente al Cipriani, uno dei più bei Belmond, che non si stanca di innovare. Dalla Giudecca, posizione perfetta per i fuochi, le rinnovate stanze con la firma di Peter Marino consentono di scoprire inedite prospettive del sontuoso hotel, nel rispetto di una tradizione da vivificare continuamente, e, per la sera del Redentore, i cuochi d’artificio di Oro e di Cip’s Terrazza hanno pensato a menù speciali (con costi in linea di un hotel di questo genere), tra astici, ostriche, risotti al caviale e omaggi al carpaccio. Nome, quest’ultimo, che echeggia il leggendario Harry’s Bar dell’eterno patron Arrigo, dove andare magari a pranzo il giorno prima o dopo gli spettacoli pirotecnici.
Brunch all’Aman
Oppure si può provare il rinomato brunch dell’Aman, teatro delle recenti scorribande dei vip invitati a nozze. Qui, nei giardini e nelle sale di Palazzo Papadopoli, si esprime l’estro del bravissimo chef Matteo Panfilio che, con Arva, conduce colazioni, brunch e servizi di ristorazione semplicemente eccellenti. Ma se c’è una tappa da provare all’Aman è quella del bar, dove alla guida c’è Antonio Ferrara: giovane, già pluripremiato e direi il migliore barman in circolazione in Italia in questo momento. Nel riprometterci di rivederci col bicchiere pieno nei giorni del Redentore, gli chiediamo di ideare per i suoi clienti (e i nostri lettori) un cocktail per l’occasione. Detto fatto, ed eccone uno che magari presto entrerà in carta stabilmente. «È la nostra risposta allo spritz. Facile bevuta, a tutte le ore, e ho voluto includere la pesca tabacchiera, prodotto locale, per enfatizzare il territorio. Sì, lo proporremo per la festa del Redentore. 45 ml Bitter bianco, 60 cordiale pesca e basilico, top prosecco, 2 dash di angostura». Come nome? Io proporrei «Fireworks», mi sembra giusto. Chissà che venga accettato.
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