Marche

«Testimonial delle Marche è un cerchio che si chiude». Azzurra Caltagirone ha consegnato a Tamberi la pagina ricordo dell’oro olimpico

ANCONA Gimbo d’oro. Lo sport marchigiano sovrano alle Olimpiadi con Gianmarco Tamberi. Un giorno indimenticabile. Era il 1° agosto del 2021 quando il campione, alla pari con Mutaz Barshim, ha vinto la medaglia d’oro nel salto in alto. Dell’attuale testimonial della Regione e brand ambassador, il Corriere Adriatico ha seguito tutto. Gioie e dolori, lacrime e speranze, vita sportiva e privata.

Dall’esordio a cinque cerchi a Londra 2012, fino al dolore di Montecarlo con l’infortunio che gli negò Rio 2016 – una sicura medaglia d’oro lo avrebbe atteso – rischiando di metterlo fuori gioco. Poi Tokyo post Covid, Parigi da capodelegazione e capitano della Nazionale. Le coliche renali prima della finale, un paese con il fiato sospeso. In mezzo, i titoli europei e mondiali, Gimbo campione di tutto. Accanto a lui la moglie Chiara, una bimba in arrivo e l’affetto di tanti tifosi, della sua città e delle Marche tutte. Per lui cittadino universale, nato a Civitanova, cresciuto ad Ancona e sposato a Pesaro.


Il premio

Sono le 19.30 quando fa il suo ingresso nell’auditorium della Mole per i 165 anni del Corriere Adriatico, introdotto da una clip che ripercorre i suoi trionfi: «La strada fatta è tanta, ma ora ho subito un nuovo obiettivo: Los Angeles.

Non sarà semplice, ci aspetta un viaggio lungo con tante difficoltà, ma so che posso spingermi oltre i miei limiti».

Tamberi parla sempre da leader, senza perdere il suo stile festoso ed estroverso, anche quando dalle mani dell’editrice Azzurra Caltagirone e del direttore Giancarlo Laurenzi riceve in dono la prima pagina del Corriere del 2 agosto 2021, all’indomani dell’oro olimpico: «Dopo Rio mi sentivo distrutto, ma la gente ha saputo darmi l’energia giusta. Le porte si aprono e si chiudono. Mi sono rimesso in gioco, ho lottato ed è andata bene. Fino all’ultimo salto». Immancabile uno sguardo al futuro. Il pianto di Parigi è alle spalle, una principessa in arrivo e quel sogno, chiamato Los Angeles. Perché se esiste una persona che ha dimostrato di poter abbattere i limiti è proprio lui.

Sognare ancora

«Le prossime Olimpiadi sono qualcosa da coltivare così come l’emozione di diventare papà – dice Gimbo -. Con Chiara, mia moglie è stupenda, siamo cresciuti insieme, pensare di tenere in braccio una piccola principessa tra poco mi fa venire i brividi. Io testimonial delle Marche? Orgoglio pieno. Questa regione è magica, rappresentarla nel mondo per me è la chiusura di un cerchio».




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