Economia

Il faro del governo Merz sulla Campagna tedesca di Snam

ROMA – C’è qualcosa che non convince il governo tedesco nell’acquisizione miliardaria annunciata da Snam di una quota sostanziale in Open Grid Europe (Oge). I timori di Berlino non riguardano il senso strategico dell’operazione né le intenzioni del gruppo italiano, che con il 24,99% di Oge allungherebbe a 40 mila i chilometri di gasdotti gestiti, in linea con l’obiettivo di sviluppare una rete paneuropea multi-molecola, come delineato nel piano strategico. Ad attirare l’attenzione dei tedeschi è il legame tra l’acquirente, Snam, e la State Grid Corporation of China (Sgcc), il più grande fornitore di energia al mondo, parte dell’enorme conglomerato di circa 95 società statali che riferisce direttamente al Consiglio di Stato cinese.

Secondo quanto riporta il quotidiano tedesco Handelsblatt, il ministero dell’Economia di Berlino ha avviato un esame approfondito per decretare se l’acquisizione da 920 milioni possa costituire «una compromissione dell’ordine pubblico o della sicurezza». Oge è il più grande operatore indipendente di trasporto di gas in Germania, con una rete che si estende per circa 12.000 chilometri, quasi 21 miliardi di metri cubi all’anno di volumi riconsegnati e oltre 400 clienti finali. Il suo ruolo strategico per l’economia tedesca è indubbio. E questo in parte spiega il faro acceso dal ministero. Ciò detto, la possibilità che la Cina possa mettere le mani sulla rete tedesca attraverso Snam è quanto meno remota.

Lo dimostrano i numeri e la catena di partecipazioni. Una società di proprietà della State Grid Corporation of China – la State Grid Europe Limited (Sgel) – detiene il 35% in Cdp Reti, società controllata da Cdp con il 60% e primo azionista di Snam con una quota del 31,4%. A livello di governance, i cinesi esprimono un consigliere su nove nel cda di Snam e gli vengono riconosciuti alcuni diritti tipici degli azionisti di minoranza, che però non gli consentono di bloccare le decisioni del board. Nemmeno in Cdp Reti dove è presente dal 2014, la Sgel ha poteri di veto.

Perché l’operazione vada in porto è necessario il via libera da parte dell’Antitrust tedesca, l’autorizzazione agli investimenti diretti esteri da parte del ministero tedesco per gli Affari Economici e l’Azione per il Clima e che gli altri azionisti di Vier Gas – la società che sta vendendo la quota in Oge a Snam – non esercitino il diritto di prelazione stabilito dai patti parasociali. In ogni caso, dunque, il dossier sarebbe finito sul tavolo del ministero, anche solo per le consuete verifiche. Ma in un momento storico in cui l’intervento della politica sulle questioni di mercato è sempre più frequente, la mossa non può di certo passare inosservata. Adesso resta solo da capire se si tratta di un eccesso di zelo o di dovute precauzioni.


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