Friuli Venezia Giulia

Turismo in Croazia, l’inflazione galoppa. Tra i numeri più alti dell’UE

13.07.2025 – 07.01 – Molti triestini hanno osservato, nell’ultimo biennio, un fenomeno peculiare: auto e in molti casi piccoli furgoni dalla Croazia che giungono al centro commerciale Montedoro e, al supermercato, fanno scorta di ogni genere di provviste. Non si tratta solo di famiglie o piccoli paesi, ma in alcuni casi di ristoranti e negozi; a seguito infatti del passaggio all’euro e inserendosi in un’inflazione già in corso in tutta Europa, i prezzi in Croazia sono spesso raddoppiati, se non triplicati, colpendo in particolar modo gli alimentari. Gli imprenditori locali hanno, a propria volta, sfruttato il passaggio alla nuova valuta per un’adeguamento dei prezzi al rialzo, contribuendo all’inflazione. Il paradosso è allora evidente: i supermercati giuliani, nonostante i costi della benzina per il viaggio, sono molto più economici di quelli croati.
La situazione non migliorerà a breve per la Croazia dove, complice la stagione turistica, i prezzi stanno salendo di nuovo. L’Ufficio nazionale di statistica (DZS) ha infatti comunicato un rialzo del 3,7% a confronto coi rialzi dello scorso giugno; è inoltre, dopo il 3,5% di maggio, il livello più alto da febbraio 2025. Il distacco è in particolare evidente quando si confrontano i dati coi paesi dell’Unione Europea, tramite l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP): su base annua, a confronto con le altre nazioni europee, la Croazia ha toccato il 4,4%, con un aumento dello 0,8% ogni mese. L’inflazione rimane, sul territorio europeo, al 2% a giugno (la metà di quella croata); nonostante gli aumenti sugli alimenti siano frequenti un po’ ovunque. Zagabria non ha comunque la palma della peggior inflazione: va peggio la Slovacchia, con un +4,6% e sprofonda l’Estonia, nei Baltici, con un +5,2%.

Scendendo nel dettaglio del prezziario risaltano i servizi e gli alimenti. Tabacco, bevande e cibo sono aumentati del 5,2%; ancor più invece i servizi, schizzati a un +6,7%. Guardando invece i rialzi di mese in mese i servizi sono comunque aumentati di una percentuale considerevole, cioè l’1%; invece risulta più tenute, ma continuativo il rialzo di alimenti, bevande e tabacco, con uno 0,3%. In calo, tanto a livello annuale, quanto locale, i prezzi dei prodotti industriali non alimentari (-0,4%) mentre a differenza dell’Italia l’energia non è altrettanto dispendiosa, con un +3%.

[z.s.]




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