Puglia

Bitonto, il ragazzo che impara a tagliare i capelli dal barbiere

Nel cuore di Bitonto c’è un piccolo salone da barbiere: un mondo fatto di gesti precisi, di attenzione ai dettagli e di una ritualità che si tramanda nel tempo. Da qualche settimana, c’è anche Geser, tirocinante nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. Ha il volto curioso di chi osserva, le mani pronte a imparare, e uno sguardo che cerca di cogliere ogni sfumatura.

Inserito in un progetto Chance promosso sul territorio dalle cooperative sociali Zip.h, Sinergia, Consorzio Social Lab Il e dall’ITES Giordano, il suo percorso prevede venti ore di tirocinio, distribuite nel corso dell’anno scolastico 2024-2025. Non un tempo infinito, ma sufficiente a farsi un’idea concreta del mestiere e, soprattutto, del contesto umano e professionale in cui si lavora. E anche per capire che un taglio di capelli non è mai solo un taglio di capelli.

Il venerdì estivo del ragazzo comincia con l’apertura del salone. Insieme al titolare, sistema gli arredi, pulisce le postazioni, rifornisce gli scaffali con i prodotti necessari: shampoo, lozioni, asciugamani, pettini, spazzole. Quando il primo cliente varca la soglia, il salone si anima. E lui, il tirocinante, lo accoglie e lo fa accomodare, prende nota dell’appuntamento o lo inserisce nel planning cartaceo del giorno, imparando a bilanciare precisione e cortesia. Poi si occupa della preparazione: una mantellina sistemata con cura. I gesti sono guidati dalla supervisione attenta del tutor aziendale, ma cominciano a diventare suoi.

“Uno dei compiti meno tangibili ma più rilevanti del tirocinio riguarda la relazione – sottolinea Pia Antonaci, responsabile progetto Chance Bitonto –  Sta imparando a interagire con i clienti e con i colleghi, in un ambiente dove le parole contano tanto quanto le mani. Nei momenti di maggiore affluenza è chiamato a gestire piccoli imprevisti, a risolvere piccoli problemi senza lasciarsi sopraffare dalla tensione. In questo senso, l’esperienza nel salone non si limita a trasmettere abilità tecniche – pure importanti e ben delineate nel progetto formativo – ma diventa un vero e proprio allenamento alla vita adulta: rispetto delle regole, puntualità, spirito di collaborazione, senso di responsabilità. L’alternanza scuola-lavoro, a volte discussa, in questo caso si mostra per quello che può essere: un ponte. Un collegamento tra il mondo della scuola e quello del lavoro. Un’occasione per i ragazzi di misurarsi con la realtà e per le imprese di trasmettere valori e competenze”.

Non taglia ancora i capelli, certo, ma partecipa a ogni fase: porge gli strumenti, tiene ordinato il banco di lavoro, rimuove i capelli caduti a terra, lava gli asciugamani usati. Impara, giorno dopo giorno, che anche il lavoro apparentemente più semplice ha un suo valore e una sua dignità.




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