Strage di Corinaldo, condanne confermate in Appello (tranne una) a proprietari, gestore e responsabile sicurezza della Lanterna Azzurra
CORINALDO – Stesse condanne del primo grado, ad eccezione di un socio della società Magic che gestiva il locale, per il processo di Appello del filone bis sulla strage di Corinaldo, alla discoteca Lanterna Azzurra, dove la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018 morirono cinque minorenni e una mamma. Il procedimento è quello relativo a sette dei nove imputati processati in abbreviato (due avevano patteggiato e per loro niente appello).
Chi sono
Si tratta dei proprietari della discoteca Letizia Micci, Mara Paialunga, Alberto e Marco Micci, del dj e gestore Marco Cecchini, del socio Carlantonio Capone e del responsabile della sicurezza Gianni Ermellini. La posizione di Capone, socio della Magic, si è alleggerita: la corte ha rideterminato la pena, 3 anni e 4 mesi di condanna contro i 4 anni e 2 mesi in primo grado nella sentenza di aprile 2022.
Non è stata riconosciuta (come chiesto nella requisitoria della Procura generale, pm Cristina Polenzani) nemmeno un’aggravante di cui il tribunale ordinario non aveva tenuto conto, secondo l’accusa, nella sentenza di tre anni fa e relativa alle norme antifortunistiche che era tenuto ad osservare.
Confermate le altre condanne per Letizia Micci e Mara Paialunga, 4 anni, Ermellini, 3 anni e 8 mesi, Alberto e Marco Micci, 4 anni e dj Marco, 5 anni e un mese. Per Marco Cecchini si è prescritta una contravvenzione che non ha inciso sulla pena. Motivazioni della sentenza tra 90 giorni. Le accuse per gli imputati, a vario titolo, erano di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, disastro colposo.