Ucciso a coltellate per un regolamento di conti, l’indagine si allarga: coinvolte altre 3 persone
Potrebbero esserci altri tre nomi coinvolti nell’omicidio di Stefano Margarita, il 26enne di Secondigliano ucciso lunedì sera a coltellate in una lite esplosa per motivi economici legati, secondo gli inquirenti, alla spartizione di soldi derivanti da truffe agli anziani. Il fatto è avvenuto a San Marco Evangelista, dove è rimasto gravemente ferito anche un 24enne che era con la vittima.
I carabinieri della stazione di San Nicola la Strada, coordinati dal maresciallo Giuseppe Iozzino, e i militari del Norm della Compagnia di Caserta guidati dal maggiore Gianni Riacà e dal capitano Mario Peccia, hanno arrestato due persone: si tratta di Michele Carozza, 57 anni, e di suo figlio Antonio Carozza, 31 anni, entrambi ritenuti responsabili dell’omicidio e del tentato omicidio in concorso.
Secondo le prime ricostruzioni, la lite sarebbe scoppiata per contrasti su una spartizione di denaro, culminata in una violenta aggressione con arma da taglio. Il coltello usato per colpire Margarita e il suo amico è stato recuperato dai carabinieri, mentre proseguono le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per chiarire il ruolo di altri tre familiari dei Carozza, presenti o coinvolti prima e dopo l’aggressione, anche se non direttamente nella fase esecutiva.
Le versioni fornite dagli arrestati sarebbero discordanti, rendendo ancora più complesso il lavoro investigativo. I due sono assistiti dall’avvocato Tommaso Giaquinto, e nelle prossime ore è attesa l’udienza di convalida del fermo, durante la quale potrebbero emergere nuovi dettagli su una vicenda che ha scosso la comunità locale.
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