Lazio

“Ho trovato anche delle scarpe” – Il Tempo


Rita Cavallaro

Nessuna sorpresa dalle analisi del tappetino del bagno e dal sangue in fondo alle scale della villetta di via Pascoli. Gli ultimi accertamenti sui reperti entrati nell’incidente probatorio della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco, che vede indagato per omicidio in concorso Andrea Sempio, hanno rivelato che non ci sono profili maschili, ma solo il sangue di Chiara Poggi, massacrata il 13 agosto 2007. Ed è esclusivamente suo il profilo genetico individuato sui tre tamponi autoptici prelevati alla 26enne, mentre dal segmento pilifero trovato nei rifiuti non è stato possibile ricavare alcun Dna.

 

Il capello di circa tre centimetri, sbucato dalla busta dell’immondizia nel giorno in cui i periti nominati dal giudice per l’accertamento tecnico irripetibile hanno effettuato le campionature dei vari reperti da esaminare, non ha permesso l’estrazione di alcun codice genetico. Infatti, nonostante il capello fosse munito di bulbo, era fortemente atrofizzato, condizioni, queste, che hanno reso vana l’estrapolazione di materiale biologico. Dunque gli esami, effettuati dalla genetista Denise Albani nel contraddittorio con le parti, escludono la presenza di tracce maschili sui diversi reperti, confermando di fatto i risultati già ottenuti 18 anni fa sulla porzione del tappetino del bagno, dove l’assassino con le scarpe sporche di sangue si è fermato davanti al lavabo, e sul materiale ematico sul fondo delle scale, che appartiene solo alla vittima. Intanto ieri è emersa una rivelazione clamorosa, affidata al settimanale «Gente» da Mustapha Etarazi, il muratore marocchino che ha trovato nella roggia di Tromello alcuni oggetti metallici, consegnati ai carabinieri che stavano dragando il canale, il 15 maggio scorso, a seguito della testimonianza di Gianni Bruscagin, il quale ha raccontato che nella tarda mattinata del giorno del delitto la gemella Stefania Cappa sarebbe stata vista entrare nella casa della nonna, poi si sarebbe udito un tonfo nell’acqua. E nel punto indicato da Bruscagin, Etarazi avrebbe rinvenuto non solo gli oggetti sequestrati, che potrebbero essere analizzati.

 

 

«Tra quella spazzatura, non c’erano solo gli attrezzi. C’erano anche un paio di scarpe con la suola a pallini. Se le ho tenute? No e non mi sarebbero andate bene: io ho il 42, quelle erano un 43, 44», ha detto il muratore a «Gente», confermando che nel fango avrebbe trovato «anche uno zaino militare aperto, ormai consumato e alcuni attrezzi da lavoro. Un attizzatoio, un’ascia e la testa di un martello, mentre il manico si era ormai staccato. Li ho messi da parte nel mio deposito in caso mi tornassero utili». Le scarpe le avrebbe buttate, ma avrebbe comunque le prove del ritrovamento, «che ho tenuto da parte per motivi di lavoro, non perché avessi sospetti. Le consegnerò solo ai magistrati».


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