Evenepoel vince la crono su Pogacar e Affini al Tour de France
CAEN – Quella di Pogacar è una sberla al Tour de France. Lo sloveno è secondo dietro il solo Remco Evenepoel nella cronometro di Caen, va in maglia gialla e guadagna oltre un minuto sul suo principale avversario, Jonas Vingegaard, in giornata estremamente negativa – anche un po’ a sorpresa -. In questo turbinio di campioni, è strepitosa la prestazione di Edoardo Affini, terzo dietro i due campioni del mondo. Remco ha vinto con 16” su Pogi, 33” su Affini. Fuori dai 10 di tappa Vingegaard, arrivato a 1’21” e adesso è quarto in classifica a 1’13”. Questa la nuova generale disegnata dai 33 km nel Calvados: Pogacar ha 42” su Evenepoel, 59” sull’ottimo francese Vauquelin. Dietro Vingegaard c’è Jorgenson (1’22”), Roglic è 8° a 2’30”. Evenepoel rilancia le sue possibilità di podio: “Non è mai facile vincere, Affini è un grande corridore, sapevo che avrebbe fatto un grande tempo. Tutto è andato come pianificato. Tadej è arrivato molto vicino a me, sugli altri ho guadagnato il più possibile. È una situazione simile a quella dell’anno scorso, è un bel salto per le mie ambizioni da podio. Certo, il Tour si fa in montagna. C’è tanta strada da fare, ma intanto è bello avere vinto questa tappa”.
La cronaca
Edoardo Affini è andato davvero vicino al successo. Il mantovano della Visma ha trovato certamente condizioni di vento migliori grazie alla partenza circa tre ore prima dei big. Dopo aver tagliato il traguardo è rimasto sulla hot set per un tempo infinito, praticamente fino all’arrivo di Evenepoel, perfetto nella sua posizione a uovo sulla bici, incredibile nella sua capacità di penetrare l’aria e capace di chiudere i 33 km a 54 km/h di media. Pogacar è un fulmine: non perde che mezzo secondo a km. È invece molto imballato Vingegaard, forse andato oltre il limite nelle prime tappe e oggi davvero in difficoltà: eppure, sulla carta, avrebbe dovuto guadagnare lui su Pogacar e non il contrario. Ora il Tour assume una fisionomia completamente diversa fino a 24 ore fa: Tadej è in testa a tre classifiche su quattro (gli manca solo quella dei giovani, ma solo per superati limiti di età…). Le montagne comunque sono ancora lontane e tutte davanti. Certo, Caen ha detto una volta di più Pogacar.
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