Le abbiamo dato la macchina e i buoni. La scanno viva
“Però abbiamo dato la macchina, abbiamo dato i buoni benzina”. È il 7 maggio del 2024 e Marcella Cannariato – anche chiamata Lady Dragotto perché moglie di Tommaso Dragotto, patron di Sicily by car- elenca tutto quello che stanno facendo per la campagna elettorale alle Europee dell’assessora al Turismo siciliano, la meloniana Elvira Amata. È uno dei tanti elementi che emerge dalla conclusione delle indagini notificata ad Amata lunedì 7 luglio. In un’altro filone della stessa inchiesta, ancora non arrivato a conclsuione, a essere indagato è Gaetano Galvagno, pure lui esponente di Fdi e presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Un’inchiesta quella della procura guidata da Maurizio De Lucia che sta scuotendo il partito della premier e per la quale i probiviri del partito sono al lavoro sulle carte in questi giorni.
L’indagine parte dal caso Cannes, quando la partecipazione della Sicilia al festival del cinema fu finanziata con quasi 4 milioni di euro affidati senza bando ad una società del Lussemburgo. Per questo la procura ha disposto delle intercettazioni che hanno portato alla luce l’ipotesi che il finanziamento di tanti eventi in Sicilia sia collegato a un giro di corruzione. Adesso alcuni elementi emergono dall’informativa della guardia di finanza di Palermo che ha svolto le indagini, depositata assieme all’avviso di conclusione per Amata e altri, che in genere prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Quella dell’assessora alle Europee era una “candidatura di servizio”, spiega l’allora segretaria particolare di Amata, Valeria Lo Turco (non lo è più da gennaio di quest’anno), che parla con Cannariato. Ma sebbene non si aspiri all’elezione a Bruxelles è importante non fare brutta figura, spiega Lo Turco, per questo Cannariato insiste spiegando che Amata “non esiste a Palermo”. L’assessora è infatti di Messina e quello è il suo bacino elettorale, ma Lady Dragotto le va in aiuto creando un evento con la fondazione Bellisario (della quale è responsabile per la Sicilia) dove sono tutti “allineati e coperti”, rassicura lei.
Un sostegno in campagna elettorale ma anche un lavoro per il nipote dell’assessora e un alloggio sempre per il ragazzo, prima in B&B, poi in affitto, tutto a spese di Lady Dragotto. Una serie di agevolazioni per i quali Cannariato è sicura di non potere ricevere un “no” da Amata o “la scanno viva”, dice così mentre parla con la segretaria particolare dell’assessora: “Lei no non me lo può dire, non me lo può dire” ribadisce. Ma a cosa non poteva dire più di no Amata? Ai “contributi concessi alla Fondazione Marisa Bellisario per l’evento sull’imprenditoria femminile denominato Donne, Economia & Potere, nonché alla Fondazione Tommaso Dragotto per la Giornata Mondiale della Salute Mentale – Mettiamoci la testa”, scrivono i finanzieri. E l’indagine delle Fiamme gialle, su richiesta della procura guidata da De Lucia, promette nuovi risvolti.
All’interno degli atti d’indagine, infatti, sono tanti i nomi celati sotto pseudonimi. Nell’informativa che riguarda l’indagine su Amata, ad esempio, è menzionata anche “Ministro DONNA 26” alla quale è stata inviata per l’approvazione la richiesta di finanziamento di uno degli eventi della Fondazione Bellisario. Mentre tra i nomi celati nelle carte dell’indagine su Galvagno viene citato spesso tale “Uomo 6”, ovvero lo sponsor che ha presentato Marianna Amato, indagata anche lei, al presidente dell’Ars. “Non credo di essere io”, ha detto a Repubblica Manlio Messina, ex assessore meloniano al Turismo siciliano ed ex vice capogruppo di Fdi alla Camera, ammettendo però la possibilità che possa essere stato lui “a presentare” Amato a Galvagno. Un altro nome a fare capolino nelle indagini è quello di Uomo 56: “Certo, vabbè, però consiglio che do io, scriviamo nel maxi emendamento che dobbiamo distribuire, non li scriviamo tutti di fila quelli di Uomo 56, perché sennò sono facilmente individuabili”, dice Galvagno nel giugno del 2024, mentre discute su come suddividere le famose “mance” concesse dai deputati. “E allora, Uomo 56 diventa 2 milioni”, dice un collaboratore del gruppo di Fdi, che poi proprio a riguardo di Uomo 56 cita anche Sud Chiama Nord e la provincia di Messina. Sarà un caso ma proprio per giovedì 9 luglio Cateno De Luca ha fissato una conferenza stampa nella città dello Stretto annunciando che “ci sarà Uomo 56”. Insomma dietro al nickname usato dai pm si cela l’ex sindaco di Messina? A domanda diretta de ilfattoquotidiano.it, De Luca non risponde: non è d’altronde suo costume rovinare la suspense.
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