Ponte Genova: pm, schede su controlli copiate e incollate
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Per accusa dal ’92 soldi per le manutenzioni sempre in calo
GENOVA, 08 LUG – Copia e incolla e per giunta fatti
male: erano fatte così, secondo l’accusa, le Rimt, ovvero le
prove riflettometriche, i cui report servivano poi a programmare
la eventuale manutenzione. E’ quanto sostenuto, in sintesi, dal
pm Marco Airoldi, che con il collega Walter Cotugno, sta
portando avanti la requisitoria nel processo a carico di 57
imputati per il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43
vittime).
Per dimostrarlo l’accusa ha citato la relazione del 2011 sui
controllo della pila 9, quella crollata, lato mare. Quella
relazione “riporta esiti di precedenti Rimt: inizia con ‘7.1
considerazioni pila 9 lato monte’ e mette questo sul lato mare.
Nella seconda riga riscrivono lato monte. Stessa cosa per la
pila 10. Ma non hanno sbagliato a scrivere monte e parlano di
valle, hanno proprio preso un pezzo della relazione lato monte e
l’hanno incollata. Qualcuno se ne accorge e nella relazione
successiva, nel 2013, sostituiscono le parole ma lasciando gli
errori nelle righe dopo”.
All’udienza di oggi, il pubblico ministero Airoldi ha anche
parlato del calo delle spese per le manutenzioni. Come per
esempio nel 2012 o nel 2016: nelle rispettive note alle
relazioni di bilancio si parla di decremento delle prestazioni
edili e professionali oltre che per la manutenzione sulla rete
autostradale. Il motivo di tali risparmi era dovuto, per
l’accusa, al fatto che non c’era più l’aumento indiscriminato
dei pedaggi. E così, per sopperire, da un lato avevano più
entrate dall’aumento del traffico e dall’altro perché
ritardavano i lavori spalmando i costi.
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