Chi è Zohran Mamdani, il nuovo volto della sinistra che ha conquistato le primarie Dem a New York
A 33 anni, Zohran Mamdani ha compiuto un’impresa che pochi credevano possibile: battere l’ex governatore Andrew Cuomo alle primarie democratiche per la carica di sindaco di New York. Un trionfo che non solo lo proietta verso il municipio della città più popolosa degli Stati Uniti, ma che segnala anche un cambiamento profondo all’interno del Partito Democratico. Mamdani ha capitalizzato l’energia della sinistra, la frustrazione della generazione più giovane e la potenza dei social media, diventando il simbolo di una nuova politica.
Dall’Uganda al Queens: una vita tra continenti e comunità
Zohran Kwame Mamdani nasce in Uganda nel 1991 in una famiglia dalla forte impronta intellettuale. Figlio del noto politologo ugandese Mahmood Mamdani e dell’acclamata regista cinematografica Mira Nair, la sua infanzia è segnata da viaggi, prospettive globali e un’impronta culturale multicentrica. A sette anni si trasferisce con la famiglia a New York, città che da allora diventa il suo punto di riferimento.
Cresciuto nel quartiere di Astoria, nel Queens, Mamdani si è formato in un ambiente multietnico e popolare che ne ha plasmato la visione politica. Dopo la laurea in African Studies al Bowdoin College, lavora come consulente per la prevenzione dei pignoramenti immobiliari, aiutando proprietari di case a basso reddito – in particolare afroamericani e latini – a non perdere le loro abitazioni. È in questo contesto che nasce la sua vocazione politica: “Vedevo ogni giorno gli effetti concreti della disuguaglianza”, ha raccontato. “Era impossibile restare neutrale.”
Una rapida ascesa politica
Mamdani entra in politica nel 2020, vincendo un seggio nell’Assemblea statale di New York come rappresentante del 36° distretto, che include Astoria, Ditmars-Steinway e Astoria Heights. Il suo messaggio, radicale ma empatico, comincia a risuonare tra gli elettori, specialmente tra i giovani. Identificandosi come democratico socialista, Mamdani si unisce all’ala sinistra del partito, trovando sponda e sostegno nei movimenti per la giustizia sociale esplosi dopo la pandemia e l’omicidio di George Floyd.
Nelle primarie per la carica di sindaco del 2025, molti lo consideravano un outsider. Ma la sua campagna, fondata sui social media, su una mobilitazione porta a porta e sul supporto di big del progressismo come Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez, ha ribaltato i pronostici.
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