Lazio

Il mio inno a Pierino morto invano – Il Tempo


Tommaso Cerno

Lo so da solo che non è morto Dante Alighieri ma Alvaro Vitali, però mi va di scrivere di lui. Una specie di inno a rutti e scoregge, che in morte di Pierino suona come un manifesto contro l’orrore del politicamente corretto che ha distrutto la cultura italiana. Abbiamo riso vergognandoci dei film di serie B che guardavamo, ma quella era un’Italia migliore.

 

É vero che qualche volta i gay erano macchiette, e che il mondo è andato avanti, ma almeno all’epoca i gay non sputavano sugli ebrei al loro Pride. È vero che la supplente magari aveva le tettone e non dava l’immagine della donna come piace alla sinistra di oggi, ma almeno a scuola i ragazzi ascoltavano le lezioni e non mandavano i genitori al Tar a correggere i brutti voti. E se poi i progressisti dell’epoca vedevano qualcosa di trash, non erano gli stessi che difendevano poi il burqa e i recinti per le donne nel nome della democrazia. Non so se il cinema pianga davvero Pierino ma quell’Italia era più verace ma anche più intellettualmente onesta della nostra.




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