Bologna, Gabriele Molteni insultato dai No-Vax dopo la morte
Nel giorno in cui Bologna e l’intero mondo sanitario si stringevano nel dolore per la scomparsa di Gabriele Molteni, stimato primario di Otorinolaringoiatria del Sant’Orsola, un’ondata di odio ha macchiato la memoria del medico scomparso. Mentre colleghi, amici e pazienti esprimevano profondo cordoglio per la morte del 45enne, colpito da un tumore, su alcuni profili Facebook è esploso un violento attacco da parte di simpatizzanti No-Vax.
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Nel corso della giornata di ieri, mentre colleghi e pazienti esprimevano cordoglio e vicinanza alla famiglia del professionista, alcuni utenti No-Vax hanno pubblicato su Facebook commenti feroci e irrispettosi, infangando la memoria di Molteni. Il bersaglio principale è stato un post pubblicato dal medico il 27 dicembre 2020, nel giorno dell’avvio della campagna vaccinale anti-Covid. In quell’occasione, Molteni aveva scritto parole nette a favore della vaccinazione, definendo “deficiente” chi rifiutava il vaccino e parlando di “potenziali untori” in riferimento ai non vaccinati.
Quel post lo aveva esposto già allora alle critiche dei contrari ai vaccini. Ma il peggio è arrivato con la sua morte: sulla pagina Facebook “Libertatem Servare” e su altri profili No-Vax sono apparsi commenti che hanno suscitato indignazione e rabbia. Tra i più scioccanti, frasi come: “Che esca di scena un odiatore seriale non può che far bene al mondo”, o ancora: “Adesso puoi vaccinare in massa i dannati dell’inferno”.
Altri utenti, nascosti dietro profili anonimi, hanno rincarato la dose con battute come “Il karma lo ha travolto a 45 anni” o “I deficienti salutano il grande ‘ficiente’”, facendo leva sul tono sarcastico e disumano.
Una valanga d’odio che ha colpito familiari, amici e colleghi del medico. Molteni, nato a Sassuolo, era stato allievo del professor Livio Presutti, che gli aveva passato il testimone due anni fa al momento della pensione. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia e la specializzazione in Otorinolaringoiatria conseguita a Unimore, Molteni aveva costruito una brillante carriera che lo aveva portato a dirigere uno dei reparti più importanti del Sant’Orsola.
Lascia la moglie e un figlio. Il mondo sanitario dell’Emilia-Romagna si è stretto attorno alla sua famiglia, ricordandolo come un professionista di altissimo profilo e una persona di grande umanità.
Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno acquisito gli screenshot dei commenti diffusi online. Resta ora da capire se saranno avviate indagini per diffamazione o istigazione all’odio, alla luce della gravità delle affermazioni pubblicate.
Il caso riapre il dibattito sulla responsabilità dei contenuti veicolati sui social e sui limiti della libertà di espressione in presenza di eventi tragici come questo. La morte di Gabriele Molteni avrebbe dovuto essere soltanto un momento di lutto e raccoglimento. Invece è diventata, suo malgrado, un ulteriore bersaglio di divisioni e odio digitale.
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