Tentata estorsione dopo gli spari al cantiere, imprenditore casertano indagato: “Pensa alla famiglia”
C’è anche un imprenditore di San Cipriano d’Aversa, Nicola Diana di 67 anni, tra gli indagati nell’ambito di un’inchiesta nata da una costola dell’operazione “Assedio” che nel 2013 portò a svelare gli affari della criminalità organizzata nella Capitale.
Da quell’indagine, riferiscono i colleghi di RomaToday, ne è scaturita un’altra che ha portato all’esecuzione di 9 misure cautelari: 6 in carcere, due ai domiciliari e un obbligo di presentazione alla Pg, misura applicata proprio a carico del sanciprianese. L’accusa è di estorsione aggravata dal metodo mafioso e di tentata estorsione ai danni di un’imprenditore edile finito nella morsa da un lato di soggetti vicini alla mafia siciliana e dall’altro criminali romani che si erano avvicinati a lui per proteggerlo.
In questo contesto si inseriscono le minacce che sarebbero state pronunciate da Diana per un immobile, facente parte di un complesso edilizio a Pomezia e destinato a ospitare un autosalone, in precedenza di proprietà di Pasquale Lombardi (arrestato). Il bene conteso era tornato nella disponibilità della vittima in seguito a una risoluzione contrattuale per degli inadempimenti. Così interviene Diana, amico di Lombardi, che avrebbe invitato l’imprenditore a cedere nuovamente l’immobile, gratuitamente.
La minaccia arriva in un momento particolare, dopo che vengono esplosi colpi di pistola all’interno di un cantiere dell’impresa edile della vittima che viene invitata da Diana a “fare un passo indietro” e “pensare alla salute, alla famiglia e alla casa”.
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