detenuti fanno esplodere bombolette di gas
Altissima tensione, sabato sera, nel carcere Castrogno di Teramo. I detenuti di una sezione si sarebbero rifiutati di rientrare nelle celle, facendo esplodere alcune bombolette di gas. La situazione è stata per ore molto grave, come denuncia Giuseppe Pallini, segretario provinciale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), che asserisce: “Sembra che alcuni ristretti fossero in astinenza, conseguenza anche dei numerosi sequestri di droga fatti dalla polizia penitenziaria”.
Per il sindacalista, “il Provveditorato penitenziario di Roma, ancora competente anche per l’Abruzzo, continua a trasferire a Teramo detenuti riottosi a cui applicare il regime penitenziario previsto dall’articolo 14 bis mentre le nostre richieste di allontanamento non trovano sblocco. Purtroppo, ancora una volta, il grido d’allarme lanciato dal Sappe rimane inascoltato da un’amministrazione regionale sempre più distante e assente. Non a caso, buona parte dei gravi eventi critici violenti che accadono vedono protagonisti proprio detenuti assegnati da Roma. Insomma, l’Abruzzo e le sue carceri sono diventati la discarica sociale del Lazio, è inaccettabile! Per questo auspichiamo che la riapertura a Pescara del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria avvenga in tempi rapidi”.
Il segretario generale del Sapp Donato Capece giudica la condotta dei detenuti “irresponsabile e gravissima: sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che le carceri in Abruzzo (in sono ristrette in cella oltre 2.000 persone) sono ad alta”. Rinnova al Dap la richiesta di potenziamento degli organici della polizia penitenziaria dei reparti regionali, rammentando che “la popolazione carceraria nazionale attuale è composta per un 30% di detenuti in attesa di giudizio; 30% di detenuti extracomunitari e un 20% di tossicodipendenti”.
Source link