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Ellen Kessler, dall’amore per Umberto Orsini all’assenza di rimpianti per non aver avuto figli: «Ho sempre voluto essere indipendente. Io e mia sorella Alice abbiamo scelto il lavoro»

Da Orsini arrivò anche una proposta di matrimonio, l’unica di tutta una vita, ha rivelato Ellen Kessler. «Stavamo insieme da tre mesi, mi chiese: «“Vuoi sposarmi?“ Sì, risposi. Poi non me l’ha più chiesto. Però era generoso, e amava cucinare». Nei ricordi c’è spazio anche per la complicità con la sorella Alice e per la severità con cui entrambe giudicavano gli uomini dell’altra. «Ma se eravamo felici non c’erano problemi. Non è facile innamorarsi di due gemelle. Per esempio, Alice stava anche bene con Enrico Maria Salerno, grande attore, il problema è che era sposato e c’era una discreta folla ad aspettarlo, lui tradì sempre sua moglie».

Le gemelle Kessler nel 1982 quando erano definite “le gambe più belle della Tv”.

Le gemelle Kessler nel 1982, quando erano definite “le gambe più belle della Tv”.

Luciano Viti/Getty Images

Tra i ricordi più belli, le estati a Positano, a casa di Franco Zeffirelli. «Succedevano delle cose incredibili in un ambiente internazionale. Franco lo conobbi nel 1963 attraverso Umberto Orsini che recitava a teatro Chi ha paura di Virginia Woolf? con la regia di Zeffirelli. A Positano Alice ed io facevamo ginnastica tutte le mattine e ogni tanto ci univamo a Carla Fracci; ricordo Gregory Peck, carino e gentile, e il grande direttore d’orchestra Carlos Kleiber, ogni estate con una ragazza diversa, che non voleva mai parlare di musica».

Oggi, Ellen e Alice Kessler vivono poco fuori Monaco di Baviera, in due case separate ma comunicanti e fanno ancora tutto insieme, pur essendo molto diverse: «Lei più espansiva, ordinata e pigra; io più inquieta, sportiva e attiva. Dicevano che Alice ha gli occhi di un angelo e io di un diavolo», ha ricordato Ellen. Nessun rimpianto, nemmeno per i figli che non sono arrivati: «Non avendoli avuti non sappiamo cosa ci manca. Ho sempre voluto essere indipendente e con i figli non sarebbe stato possibile. Abbiamo scelto il lavoro».


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