I B-2, le bombe e il depistaggio. L’operazione Martello di Mezzanotte al microscopio
L’operazione americana lanciata la scorsa notte dalla Casa Bianca contro l’Iran potrebbe cambiare le sorti del conflitto tra Tel Aviv e Teheran. Una missione che è già entrata nei manuali di storia militare e da ora in poi verrà studiata nelle accademie di Washington come in quelle di Mosca e di Pechino. E non solo. Ripercorrere la cronologia degli eventi torna dunque utile in queste ore per comprendere come si è arrivati alla svolta nella crisi in Medio Oriente che sembra mettere sotto scacco il regime degli ayatollah.
“Martello di mezzanotte”, questo il nome dell’operazione Usa che ha avuto come obiettivi gli impianti nucleari iraniani di Fordow, Natanz e Isfahan. Ad annunciarlo in una conferenza stampa al Pentagono il segretario alla Difesa Pete Hegseth e il capo degli Stati Maggiori Riuniti Dan Caine. Tutto è cominciato con l‘ordine di Donald Trump, arrivato ieri pomeriggio dal suo golf club a Bedminster nel New Jersey. Stando a quanto riferito dal Wall Street Journal, da lì e prima di rientrare a Washington, il tycoon ha dato il via libera ai bombardieri B-2 che, assieme ad un sottomarino, hanno colpito i siti atomici di Teheran. “L’obiettivo era quello di creare una situazione che nessuno si aspettava“, ha affermato un alto funzionario dell’amministrazone repubblicana al quotidiano finanziario confermando di fatto che le due settimane di tempo annunciate dal commander in chief per decidere sull’ingresso in guerra degli Stati Uniti rappresentavano un diversivo per l’attacco a sorpresa contro la Repubblica Islamica.
Durante l’operazione “Martello di Mezzanotte” sono stati impiegati 125 aerei, inclusi sette bombardieri B-2, e 14 bombe ‘bunker buster‘ da 14 tonnellate. Il generale Dan Caine ha dichiarato che una schiera di bombardieri è decollata dalla base aerea di Whiteman, nel Missouri, tra la mezzanotte di venerdì e la mattina di sabato. Confermata la tattica del depistaggio circolata nelle scorse ore su diversi media. Alcuni velivoli hanno infatti volato verso ovest come diversivo, mentre i sette aerei che costituivano la vera formazione d’attacco hanno puntato ad est per un volo di 18 ore sino a raggiungere i loro obiettivi in Iran. Diversi i rifornimenti effettuati durante il viaggio dai B-2.
I bombardieri, conosciuti in codice come Spirits, hanno sganciato sul sito sotterraneo di Fordow 12 bombe anti-bunker da 14 tonnellate, le famigerate GBU 57 impiegate in assoluto per la prima volta dall’aviazione statunitense. Due le superbombe che hanno invece colpito l’impianto di Natanz. 30 i missili cruise lanciati dalla Us Navy che hanno inoltre devastato il sito di Isfahan. Alcuni dettagli dell’operazione americana sono stati resi noti direttamente dal presidente durante una conversazione telefonica con il conduttore televisivo di Fox News Sean Hannity.
Nel corso dell’attacco, Washington avrebbe schierato a protezione dei B-2 jet F-22, F-16 e un aereo EA-18 Growler per la guerra elettronica. Cacciatorpedinieri della Marina americana collocati nel Mediterraneo orientale avrebbero intercettato i missili in arrivo durante l’operazione. Nelle ore precedenti ai raid di Washington, aerei israeliani hanno inoltre colpito navi e depositi di munizioni in territorio iraniano per degradare le capacità militari di Teheran in vista di una possibile rappresaglia da parte del regime nell’area del Golfo Persico. L’incursione dei bombardieri statunitensi è stata facilitata dall’apertura dei corridoi aerei ad opera dei caccia dell’Idf che dal 13 giugno martellano le installazioni militari in Iran. Il premier dello Stato ebraico Benjamin Netanyahu ha confermato che l’iniziativa Usa è stata coordinata con Israele.
Il generale Cain ha sottolineato che l’operazione “Martello di Mezzanotte” era “altamente classificata” e “pochissime persone a Washington ne erano a conoscenza“. Hegseth ha precisato che “questa missione non era e non è stata per un regime change. Il presidente ha autorizzato un’operazione mirata per neutralizzare le minacce ai nostri interessi nazionali rappresentate dal programma nucleare dell’Iran“. “Tutte le nostre munizioni di precisione hanno colpito dove volevamo e hanno avuto l’effetto desiderato“, ha proseguito il capo del Pentagono, il quale ha aggiunto che le ambizioni nucleari iraniane”sono state annientate“.
Trump ha definito l’operazione “un grande successo” sostenendo nel suo messaggio alla nazione che “nessun altro esercito avrebbe potuto fare quello che abbiamo fatto noi stanotte“. Il commander in chief ha affermato che il sito di Fordow, il più difficile da raggiungere con bombe normali, è stato “completamente distrutto” assieme a quelli di Natanz e di Isfahan. Di diverso avviso le autorità iraniane che hanno parlato di danni “non gravi” all’impianto costruito al di sotto di una montagna. Un funzionario americano ha dichiarato al Wall Street Journal che la Casa Bianca ha contattato Teheran per chiarire che l’attacco è un “episodio isolato” e non l’inizio di una guerra per rovesciare il regime degli ayatollah.
“Ogni rappresaglia dell’Iran contro gli Stati Uniti sarà contrastata con una forza nettamente superiore a quella vista stasera“, ha avvertito il leader Usa minacciando attacchi contro altri obiettivi se l’Iran non sceglierà la strada della pace. Intanto è già scattata l’allerta non solo in Medio Oriente ma anche nelle principali città americane per possibili azioni di operativi della Repubblica Islamica.
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