Rosarno, mille cittadini rimasti senza medico
Emergenza sanitaria a Rosarno: mille cittadini rimasti senza medico. Cinque dottori di base in pensione, l’Asp non li ha sostituiti
ROSARNO – Scoppia l’emergenza sanitaria a Rosarno. Sono già oltre mille i cittadini rimasti senza medico di base, una cifra che fotografa con cruda evidenza lo stato di abbandono in cui versa la sanità territoriale in questo lembo di Piana.
Cinque medici sono andati in pensione negli ultimi mesi, ma l’Azienda sanitaria provinciale (Asp) non ha ancora provveduto a nominare i loro sostituti. Un vuoto che ha costretto centinaia di pazienti – molti dei quali anziani, cronici o fragili – a vagare da uno studio all’altro, sperando di trovare un nuovo medico disponibile. Ma i pochi rimasti hanno presto esaurito i massimali.
Il risultato è che oggi, nel cuore dell’estate, in una zona già povera di servizi e colpita da una lunga storia di disattenzioni istituzionali, si è aperto un fronte di estrema criticità sanitaria.
A farne le spese sono, come spesso accade, i più deboli: chi ha bisogno di prescrizioni, controlli periodici, certificazioni, assistenza farmacologica. Senza medico, tutto si ferma. A lanciare l’allarme è stato il capogruppo di Polaris, l’ingegnere Michele Brilli, il quale ha voluto lanciare un appello accorato al primo cittadino rosarnese Pasquale Cutrì: «Chiediamo al sindaco di vestirsi dei poteri che la legge gli conferisce quale autorità sanitaria locale del nostro Comune ed emani con urgenza un’ordinanza sindacale che blocchi tutti i pensionamenti dei medici di base del nostro Comune fino alla nomina dei sostituiti».
Una richiesta forte, che punta a scuotere l’amministrazione comunale e a mettere pressione all’Asp. Secondo Brilli, è inaccettabile che l’Azienda sanitaria continui a ignorare le specificità del territorio, reiterando comportamenti già visti: «Un’ordinanza – afferma – che metta fine alla ingiustificata prassi dell’Asp di lasciare Rosarno nell’abbandono più totale come già avvenuto con la guardia medica ed adesso con i medici di famiglia».
La vicenda riporta in primo piano il dramma della medicina territoriale in Calabria, dove il numero dei medici in attività è in costante diminuzione e il turnover stenta a decollare. I concorsi vanno deserti, le sedi restano scoperte, e le comunità locali pagano lo scotto di un sistema che non riesce a garantire neanche i servizi minimi essenziali.
Nel frattempo, a Rosarno la tensione cresce. In molti si domandano come affrontare l’estate senza un punto di riferimento sanitario, proprio nel periodo in cui crescono le esigenze legate al caldo, alle patologie stagionali e alle emergenze. Il silenzio dell’Asp è giudicato assordante, mentre l’amministrazione comunale viene accusata di vivere “di promesse” e di non aver saputo finora farsi carico concretamente del problema.
La speranza è che l’allarme lanciato da Polaris serva da scossa, non solo per l’amministrazione comunale, ma anche per l’Asp e per tutte le istituzioni competenti. Perché senza interventi rapidi, concreti e risolutivi, ciò che oggi è un’emergenza sanitaria rischia di trasformarsi, giorno dopo giorno, in una vera e propria tragedia collettiva, fatta di silenzi istituzionali, disservizi cronici e diritti negati a una comunità già provata.
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