Luciano Ligabue e il suo Campovolo: “Qui succedono le magie”
Milano, 21 giu. (askanews) – Campovolo è la ‘casa di Luciano Ligabue’, a 20 anni dal primo debutto su questa venue torna l’evento più amato dai fan del Liga. Nel 2005 il primo Campovolo riunì con 165.000 fan presenti, allora fu record europeo, questa volta nell’area rinnovata RCF Arena sono arrivate oltre 100.000 persone per ‘La Notte di Certe Notti’. A 65 anni, di cui 35 di carriera, Luciano incontrando i giornalisti prima del live ha voluto raccontare la magia di Campovolo ma anche il suo impegno sociale e la sua passione mai sopita per la musica. Non un semplice concerto dunque ma ‘una vera e propria festa di 48 ore, perchè qui succedono sempre magie, sono nati anche tanti bambini” ha detto raccontando insieme al manager Ferdinando Salzano la Ligastreet, il boulevard interamente dedicato a Ligabue che fa parte integrante dell’evento dove si gioca, ci si incontra, si mangia e ci si diverte.
Prima di “Cosa vuoi che sia” Luciano lancia un appello ai potenti che negano il cambiamento climatico con dati sul riscaldamento globale. Una scelta che ha spiegato così: ‘Da ragazzo ho avuto un sogno che sembrava molto vicino a una realtà, la mia adolescenza l’ho passata negli anni 70 ed ero convinto che si potesse cambiare, rendendolo il pianeta un posto migliore più praticabile, più equo e più giusto. Oggi quello che vedo è l’esatto opposto di quel sogno, quindi che cosa si può fare? – Ha detto Ligabue – bisognerebbe smontare tutto, però di sicuro non lo può fare un cantante, ma bisogna ricordare, dobbiamo occuparci del riscaldamento globale, come non si può pensare in termini di riarmo e di guerra costantemente come stiamo vedendo in questo periodo’.
Ma non c’è solo impegno, c’è davvero tanta musica, tanto spettacolo in uno show imponente e ‘suonato’, sullo sfondo di Las Vegas, una città unica in grado di ammaliare e stordire con le sue contraddizioni, il divertimento, la festa continua, le esperienze estreme, ma allo stesso tempo la spietata macchina da dollari, la disperazione del ludopata e il peggior consumo energetico immaginabile. Per tutti questi motivi lo show di Ligabue avrà un mood visivo che richiama quella città iconica: ricordare a che punto siamo in questi tempi difficili ma allo stesso tempo lasciarsi andare alla festa e alla spensieratezza per qualche ora.
Questo sarà lo spettacolo a Campovolo di Ligabue (il quinto della sua carriera): la celebrazione di 30 anni dell’album ‘Buon Compleanno Elvis’, dei 20 anni dal suo primo concerto a Campovolo (e di ‘Nome e Cognome’) e dei 35 anni della sua carriera.
“Vogliamo fare in modo che sia almeno all’altezza di quelli precedenti. Sperando addirittura di alzare ancora un pochino l’asticella; abbiamo lavorato sodo tanto tempo e lavorare sodo per me vuol dire confrontarmi con una squadra” ha spiegato Luciano Ligabue.
Sul palco il ritorno di Little Taver, l’indimenticabile Kingo di Radiofreccia, a esibirsi in qualche gag fra un blocco e l’altro di canzoni. Ma soprattutto sul palco di Campovolo c’è anche il figlio Lenny alla batteria. Dopo aver suonato nei teatri col padre ora è il momento più importante. “Gli ho detto di non farsi prendere dall’emozione, ma non ho mai messo un dubbio che lui sarebbe stato con noi a Campovolo” racconta Luciano.
Il concerto è suddiviso in veri e propri blocchi con brani estratti dagli album più rappresentativi della carriera del Liga. Una carrellata che punta a soddisfare le richieste dei fan ma anche la voglia di Luciano di stare sul palco.
E sul futuro dice: “Non ho mai smesso di scrivere, per me scrivere è terapeutico, se volessi potrei fare due o tre album ma pubblicare è un’altra storia.”
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