Trentino Alto Adige/Suedtirol

Aluminium Bozen, un anno fa l’esplosione e la morte di Bocar Diallo. Ieri l’incidente probatorio – Bolzano



BOLZANO. Esattamente un anno fa, la tragedia all’Aluminium Bozen. Era da poco passata la mezzanotte del 21 giugno 2024 quando, all’interno dello stabilimento di via Toni Ebner, durante la fase di colatura e raffreddamento di alluminio fuso in uno stampo, sei operai vennero investiti da una potentissima esplosione, che squarciò letteralmente il capannone sul lato verso via Brida e fece saltare l’elettricità in una vasta area attorno allo stabilimento.

A riportare ferite gravissime furono Artan Vila, albanese di 48 anni, Sokol Hyseni, suo connazionale di 34 anni, Djette Aboubacar, 25enne originario del Senegal, Oussama Benyahia, 27enne di origini tunisine e Mor Diarra Mboup, 39enne senegalese il 31enne senegalese e Bocar Diallo, 31 anni, anche lui senegalese, che morì tre giorni dopo l’incidente.

Per quella tragedia, la Procura di Bolzano ha iscritto sul registro degli indagati sette persone, ipotizzando il reato di omicidio colposo e lesioni personali colpose. E ieri, nel capannone in cui avvenne l’incidente, è stato eseguito l’incidente probatorio per ricostruire quanto accaduto.

Nel primo anniversario del tragico incidente, Aluminium Bozen ha voluto ricordare l’operaio deceduto e ribadire la propria determinazione a fare piena chiarezza su quanto accaduto. «L’azienda tutta e la famiglia proprietaria – si legge – desiderano ricordare con commozione e profondo rispetto la figura di Bocar Diallo, il collaboratore e collega che perse la vita in quella drammatica circostanza, e manifestare la loro vicinanza agli altri operatori rimasti coinvolti nell’incidente. “Bocar Diallo è e resterà sempre nei nostri cuori – dichiara l’azienda -. Il suo ricordo ci accompagna ogni giorno e rappresenta per noi un richiamo costante alla responsabilità, all’umanità e all’impegno che dobbiamo onorare nei confronti di ogni singolo lavoratore”. Nel medesimo incidente sono rimasti feriti anche altri operai. A loro va il pensiero riconoscente dell’azienda e della famiglia, con l’auspicio che il futuro possa lenire il trauma legato al ricordo dell’incidente. «Siamo pienamente consapevoli del dovere morale e civile che ci impone di fare chiarezza su quanto accaduto – prosegue l’azienda -. Per questo, abbiamo sin dal primo momento collaborato attivamente con le autorità competenti, mettendoci a disposizione con spirito di trasparenza e rispetto, e continuando a investire per garantire piena sicurezza sui luoghi di lavoro. Continueremo a farlo, anche alla luce del dissequestro totale dell’area interessata dall’incidente».

Aluminium Bozen conferma inoltre il proprio impegno verso il territorio di Bolzano, dove l’azienda è radicata da molti anni: «Il nostro legame con Bolzano e con il suo tessuto economico e sociale è profondo e autentico. – affermano i membri della famiglia proprietaria – Crediamo nel dialogo costruttivo con le istituzioni, le parti sociali, e tutti gli attori che condividono l’obiettivo di uno sviluppo responsabile e sostenibile. Al centro di tutto, per noi, ci sono sempre le persone: i nostri collaboratori, le loro famiglie, il capitale umano che rappresenta la vera forza dell’azienda».




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