Società

Arianna Mihajlovic racconta l’addio a Sinisa: «Non ho mai pianto davanti a lui. Ecco l’ultima cosa che mi ha detto»

Arianna Mihajlovic ha parlato di suo marito Sinisa, del loro amore e della malattia che ha portato alla morte del calciatore e allenatore scomparso nel 2022 a 53 anni. Ospite di Monica Setta a Storie al bivio show, nella puntata in onda martedì 24 giugno alle 21 e 30 su Rai 2, ha raccontato: «Dopo la morte di Sinisa ho avuto una strana reazione. Ho usato i social troppo, fingendo una felicità inesistente. Il primo anno è stato difficile per me, cercavo conferme, pubblicavo in continuazione per affrontare il dolore. Solo ora ho realizzato che Sinisa vorrebbe vedermi andare avanti».

Questo il racconto del loro incontro. «Conobbi Sinisa in un ristorante romano al Gianicolo e fu un colpo di fulmine, da lì non ci siamo più lasciati. Mi propose di vivere con lui. Gli risposi “solo da sposata” e dopo un anno di fidanzamento abbiamo detto “sì”. Volevamo entrambi una famiglia numerosa. Oggi sono anche nonna di due nipoti e tutto questo affetto dei figli mi aiuta a non soccombere alla sofferenza».

TURIN ITALY  OCTOBER 19 Bologna FC coach Sinisa Mihajlovic looks on before the Serie A match between Juventus and...

TURIN, ITALY – OCTOBER 19: Bologna FC coach Sinisa Mihajlovic looks on before the Serie A match between Juventus and Bologna FC at Allianz Stadium on October 19, 2019 in Turin, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)Marco Luzzani/Getty Images

«Nel 2019 eravamo in Sardegna, una notte Sinisa sentì un dolore fortissimo e dopo tutti gli accertamenti scoprimmo quella malattia molto aggressiva. La diagnosi era terribile, ma noi facemmo un patto: “Affrontiamo tutto insieme e vinceremo questo brutto male“. Sono stati anni faticosi ma lui cercava sempre di sorridere e alla fine delle terapie eravamo sicuri di avercela fatta. Il momento peggiore è arrivato quando scoprimmo la recidiva. Lui mi chiedeva sempre “Ce la farò?”. Gli dicevo di sì, non mi sono mai fatta vedere da lui con le lacrime, anzi, ero allegra perché lui spiava le mie reazioni per capire quanto stesse male. Quando fu chiaro che era alla fine, facemmo un viaggio tristissimo da Bologna a Roma. Sinisa taceva, mi disse solo: “Mi dispiace non vedere crescere i miei figli“. Lasciai cadere quella frase, ormai non c’era più nulla da fare. Sinisa tornò in ospedale. Era a letto, io accanto a lui. E mi disse: “Arianna ricordati che ti amo, ora ci sarai tu come guida per i nostri figli”. E dopo poco mi lasciò la mano dolcemente e se ne andò, sereno, perché mi aveva affidato il suo amore e la sua famiglia».


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