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World’s 50 Best Restaurants 2025: Maido di Lima miglior ristorante al mondo

Il miglior ristorante è al mondo è Maido di Lima. La World’s 50 Best Restaurants, la classifica nata nel 2002, una delle più blasonate e capaci di intercettare nuove tendenze, ha incoronato Mitsuharu Tsumura. Lo chef di origini giapponesi, nato in Perù, è considerato uno degli ambasciatori nel mondo della cucina Nikkei, quella che fonde le tecniche di cucina giapponesi e gli ingredienti peruviani. Una fusione perfetta, che domina la classifica curata dalla società britannica William Reed, la cui premiazione è stata ospitata per la prima volta in Italia. Esattamente a Torino, una delle capitali foodies della cucina tricolore, che in questi giorni ha ospitato chef (stellati e non) provenienti da tutto il mondo.

IL MAIDO DI LIMA È IL MIGLIOR RISTORANTE AL MONDO
Chef, ristoratori, viaggiatori gourmet e critici internazionali hanno deciso: il Maido di Lima è il miglior ristorante al mondo. Per Mitsuharu Tsumura, che tutti – addetti ai lavori e pubblico (in Perù è una vera star) – chiamano Micha, è “un sogno che si avvera”, come ha detto commentando il primo posto nella prestigiosa classifica. Creativo, divertente, informale, il ristorante aperto nel 2009 è un indirizzo imprescindibile per i cultori del buon cibo. Nato a Lima nel 1981, in una famiglia di origine giapponese, Tsumura è cresciuto assorbendo le due culture che poi hanno profondamente segnato la sua visione della cucina. Dopo essersi formato tra gli Stati Uniti e il Giappone (dove ha lavorato sia nei ristoranti di sushi che nelle izakaya, le popolari taverne giapponesi), è tornato in Perù e dopo altre esperienze a 28 anni ha fondato il Maido, che significa “grazie per essere sempre venuti”. Gli inizi sono stati complicati, tanto che lo chef pensò persino di chiudere, ma il successo gli è poi esploso tra le mani e oggi è considerato un punto di riferimento per la cucina nikkei, che applica le tecniche nipponiche alle materie prime sudamericane. “I prezzi a persona, per i menù degustazione, onnivori o vegetariani, oscillano tra i 300 € e i 600 € circa, con o senza abbinamenti di vino o drink analcolici”, riporta Cook del Corriere della Sera.

COME SE LA SONO CAVATA GLI ITALIANI (SPOILER: BENE)
Ma come se la sono cavata i ristoranti italiani? Decisamente bene, passando nella classifica dei primi 50 dai quattro del 2024 ai sei di quest’anno. Il primo è Lido84 di Riccardo Camanini (a Gardone Riviera), che scivola dal 12esimo a 16esimo posto. Scala invece una posizione il Reale di Niko Romito (dal 19esimo al 18esimo), iconico chef di Castel di Sangro, in Abruzzo. Per gli altri, l’upgrade è notevole, a cominciare da quello dell’Atelier Moessmer di Norbert Niederkofler, che passa dal 52esimo al 20esimo; i fratelli Alajmo salgono invece dal 51esimo al 31esimo con il loro Le Calandre (a Sarmeola, in provincia di Padova). Tiene alta la bandiera del Piemonte il raffinatissimo Enrico Crippa, che porta il suo Piazza Duomo di Alba dal 39esimo al 32esimo posto. Mauro Uliassi, da Senigallia con furore, festeggia un ottimo piazzamento: il suo Uliassi, tempio della cucina di pesce, sale dal 50esimo al 43esimo posto. Cos’è accaduto invece nella seconda parte della classifica, quella dal 51esimo al centesimo posto? Che l’Italia arranca un po’. L’unica portabandiera è Jessica Rosval – classe 1985, canadese ma ormai italiana d’adozione -, considerata una delle grandi allieve di Massimo Bottura: ha cominciato come chef de partie all’Osteria Francescana, poi come responsabile degli eventi esterni, infine è diventata la chef de Al gatto verde, aperto dal suo mentore a Villa Maria Luigia, a pochi chilometri da Modena. Si è piazzata al 92esimo posto ma è destinata a crescere. E tanto.

UN PREMIO PER MASSIMO BOTTURA E LA MOGLIE
A proposito di Massimo Bottura, chi si domanda come mai lo chef italiano più famoso e premiato al mondo non compaia nella classifica World’s 50 Best Restaurants 2025, troverà una risposta molto semplice. Dal 2019 tutti gli ex numero uno – e Bottura lo è stato due volte, nel 2016 e nel 2018 – non sono più in gara perché sono entrati di diritto nella categoria Best of the Best Hall of Fame. Ma dalla premiazione avvenuta a Torino lui e la moglie, Lara Gilmore, non sono andati via a mani vuote: un altro leggendario chef, Ferran Adrià, li ha infatti premiati con l’Icon Award, dedicato a quelle personalità “che hanno dato un contributo degno di riconoscimento globale al settore dell’ospitalità”. “Questo premio mi ricorda la mia responsabilità perché, come diceva mia madre, una volta che hai raggiunto il top è tuo compito costruire per gli altri”, ha commentato emozionato Bottura.

IL PODIO, I METODI DI VALUTAZIONE E LE POLEMICHE
Sul podio della World’s 50 Best Restaurants 2025, subito dietro il Maido ci sono Asador Extebarri dl Atxondo (Spagna, Paesi Baschi), secondo in classifica, mentre al terzo posto c’è il Quintonil di Città del Messico, tutti premiati all’Auditorium Giovanni Agnelli, al Lingotto di Torino. Ma chi stabilisce i vincitori e la classifica? A votare sono 1120 esperti, così ripartiti: il 34% sono chef e ristoratori; il 33% giornalisti e critici gastronomici; il restante 33% viaggiatori gourmet (33%) distribuiti in 28 regioni nel mondo. La 50 Best viene ormai considerata la diretta competitor della Michelin, anche se i metodi di valutazione sono profondamente diversi: ad esempio, come riporta il Corriere, “i votanti sono chiamati a indicare la data della visita del ristorate e i piatti che più li hanno colpiti, non è richiesto però aver pagato il conto, prerogativa della Michelin e dei suoi ispettori”. Ecco perché, come ogni anno, non mancano le polemiche per il sistema di voto – per altro controllato da un’importante società di consulenze -, “un processo di voto basato su una Academy (questo il nome dei votanti, in stile Oscar) ampia e priva di parametri di giudizio a priori, chiamata più che altro a intercettare nuove tendenze e nuove destinazioni”. Ma vale sempre lo stesso detto: nel bene o nel male, purché se ne parli.


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