Ferrante: “Ora priorità alle manutenzioni. Skymetro? Valutiamo anche un tracciato sotterraneo”
Genova. “Il lavoro è tanto, sono giorni molto intensi dalla mattina presto alla sera tardi”. L’assessore Massimo Ferrante, per dieci anni presidente del Municipio Bassa Valbisagno, arrivato secondo per preferenze nella lista del Pd, ha ricevuto dalla sindaca Silvia Salis alcune delle deleghe più pesanti: Lavori pubblici, Manutenzioni, Infrastrutture strategiche, Pnrr, Protezione civile. Per un animale da territorio come lui non è facile imparare a chiudersi al Matitone tra riunioni e telefonate. “I cittadini hanno grandi aspettative verso questa giunta e noi stiamo cercando di lavorare al meglio, tenendo conto che abbiamo a che fare con una macchina amministrativa in sofferenza di personale. A luglio avremo la prima variazione di bilancio e da lì capiremo esattamente di quali risorse stiamo parlando”.
Molte delle sue deleghe sono state ricoperte per anni da Pietro Piciocchi. Che città le ha lasciato l’ex vicesindaco, oggi consigliere di minoranza, per quello che ha potuto vedere finora?
Io tendenzialmente parlo sempre bene di tutti. Sicuramente Piciocchi è noto per essere una brava persona. Ha fatto parte di una giunta che in questi otto anni ha voluto dare un’impronta molto decisionista, non da parte sua, ma da parte del sindaco, con poco dialogo e confronto con i cittadini, con progetti calati all’alto. L’abbiamo visto con la realizzazione del nuovo polo scolastico di Marassi. Stiamo scoprendo che non c’è comunità che non si lamenti. I Municipi sono stati svuotati, non solo nei contenuti e nelle funzioni, ma proprio nell’autorevolezza di rappresentare i cittadini. Poi ogni amministrazione ha i suoi obiettivi. Sicuramente ci lasciano una città dove i grandi progetti partiti sono tanti, ma non è detto che vadano in porto perché molti non sono stati fatti a dovizia. E possiamo dire che sono stati un po’ trascurati il decoro e la manutenzione.

La priorità per i prossimi mesi?
Provare a riportare a uno stato decente la manutenzione ordinaria della città. Ho già avuto un incontro con Aster. Tra qualche mese vorremmo riuscire ad avere una città con qualche marciapiede rifatto in più, qualche buca in meno, qualche sacchetto della spazzatura in meno in giro e qualche strada asfaltata in più, controllando e punendo un po’ di più i grandi utenti che devastano le strade. In questo momento bisogna darsi obiettivi molto più molto più spiccioli, senza tralasciare tutta una serie di progetti, soprattutto quelli del Pnrr, che vanno portati a compimento entro la fine del 2026.
Per le manutenzioni cosa crede che non abbia funzionato?
Aster è stata dirottata molto spesso a supporto di grandi eventi costanti e continui che hanno obbligato il personale a fare da supporto. In più ha dovuto coadiuvare spesso tutto ciò che sta intorno alle grandi opere. In questo modo sono state distolte risorse umane, non solo monetarie. È successo nel caso di The Ocean Race, per i saloni nautici, all’Euroflora, a qualsiasi evento serale in cui Aster deve fare da supporto tecnico per adeguare i luoghi.
Poi però c’è anche un tema di risorse?
Certo, teniamo conto che per tutti i marciapiedi della città ci sono 900mila euro, 100mila a municipio. Io ritengo che i marciapiedi siano la cosa più democratica che esiste in città, perché li attraversano tutti. Bisognerà avere più attenzione, perché siamo una popolazione molto fragile e le persone sopra una certa età non camminano, si trascinano: siamo pieni di pedoni che si inciampano. Io ho chiesto ad Aster una serie di dati: voglio sapere negli ultimi anni quante volte siamo intervenuti in ogni strada, capire se a volte si interviene perché risultano più comode certe vie piuttosto che altre, magare perché si sfruttano le economie di scala.
Quindi aumenterete i soldi a disposizione?
I municipi finora hanno avuto 200mila euro per le strade, una cifra totalmente insufficiente. Ma soprattutto dobbiamo avere la certezza gli interventi che vengono fatti siano davvero prioritari. E non tutti i municipi hanno gli stessi chilometri di strade e marciapiedi. Io ho le idee chiare.
Cosa cambierà nel rapporto coi Municipi con la vostra idea di decentramento?
Faccio un esempio: ai Municipi è stato tolto il potere di esprimere un parere sul bilancio. I Municipi una volta davano pareri urbanistici, con due pareri contrari il presidente doveva essere audito in consiglio comunale e doveva motivarlo. Anche questo è stato eliminato. C’è stata una bulimia di autorizzazioni e i Municipi venivano visti come un orpello. Se vogliamo che siano l’ammortizzatore tra il Comune i cittadini, bisogna dargli gli strumenti. Dobbiamo decidere insieme ad Aster gli interventi che possono fare i Municipi in autonomia senza sovrapporsi ad Aster, tenendo conto che Aster ha strutture e macchine che i Municipi non hanno. Un Municipio deve avere un’area tecnica che funziona con geometri, tecnici motivati, un gruppo di operai capaci. Allora, a quel punto, io cittadino vado in municipio e so che trovo una risposta. La parte politica va responsabilizzata.
Ma da assessore ai lavori pubblici non teme che possa diventare tutto più difficile?
Sono le figure politiche deboli che hanno paura di decentrare. Decentrare non vuol dire crearsi la concorrenza, vuol dire offrire servizi di base più efficienti, più vicini ai cittadini. Un amministratore pubblico non deve farsi questo problema. Il Municipio è il Comune declinato sul territorio. L’unica differenza è che il Municipio ha una classe politica scelta dai cittadini. Sarà compito mio dialogare, come accade in tutti i Paesi democratici, tra i vari livelli istituzionali, cosa che la scorsa amministrazione non ha mai saputo recepire.
Parliamo di qualche opera specifica. Sullo Skymetro ci spiega che alternativa avete in mente, sempre che riusciate a convincere il ministero?
Noi andremo a Roma non per chiedere una proroga, ma per sapere della proroga che hanno chiesto loro (la giunta Piciocchi, ndr). L’obiettivo è fare nuova progettazione che non preveda una sopraelevata su piloni, ma un prolungamento della metropolitana a raso o in sottosuolo. Io sono inondato di studi e proposte. Appena il ministero ci darà il via libera faremo lavorare immediatamente la nostra struttura su una soluzione diversa. Io dico solo che, se qualcuno si aspetta che alla fine ci pieghiamo al bagno di realtà, rimarrà deluso.
Come, scusi?
Se qualcuno pensa che alla fine ci smentiremo sta sbagliando. Per tre anni ci siamo sentiti dire che i cittadini avevano votato in un certo modo, quindi volevano l’opera. Se noi applichiamo lo stesso ragionamento che hanno usato loro nel 2025, dovremmo dire che il popolo è sovrano e il popolo si è espresso. Ma noi non ci limitiamo a dire no Skymetro. Siamo seri: va trovata una soluzione per prolungare la metropolitana perché il finanziamento è arrivato per quello. Poi magari il Mit ci darà carta bianca.
Anche in sotterranea?
Le metropolitane in genere si fanno o sottoterra o a raso. Solamente in Cina le fanno sopra degli impalcati. In Europa non esiste una metropolitana sopraelevata.
Qualcuna c’è, Bucci e Piciocchi potrebbero farle una lunga serie di esempi…
Vadano a dirlo in Valbisagno. Tutti devono capire che la campagna elettorale è finita e i cittadini si sono espressi democraticamente.
Se invece col ministero va male che si fa? Si riparte da zero con un nuovo studio e una nuova richiesta di fondi?
Non è un’idea così peregrina. I fondi non è che finiscono, sono costanti e continui. Partiamo al principio che perdere dei soldi non vuol dire mica che vengono buttati in un bidone della spazzatura. Noi vogliamo utilizzare questi fondi, non vogliamo ricominciare con nuove richieste, però dipenderà dal ministero se avremo un confronto o se diventerà un tema di strumentalizzazione politica. Se rimaniamo nell’alveo tecnico, io sono convinto che ci sarà un ampio margine di ragionamento.
Sulla funivia del Lagaccio siete pronti a pagare penali agli appaltatori o sperate che il progetto possa ancora essere fermato in altro modo?
Ferrante mostra alcuni fogli stampati.

Questo è l’elenco degli incidenti avvenuti con funivie in Europa dal 1957. Parliamo di una funivia su una città con un centro storico patrimonio Unesco: è un caso unico unico nel nostro continente. Le funivie prevedono una rete di protezione nel caso dovesse cadere una cabina. Noi rischiamo, con una funivia che passa sopra la città, che una cabina possa cadere sopra i manufatti.
Sì, ma a chi farete vedere quell’elenco? A cosa serve?
A nessuno, è per dire che loro hanno portato avanti un’opera che è un unicum in Europa. Nessuno l’ha mai fatta, proprio per il rischio che l’infrastruttura in sé comporta. Fino a prova contraria mancano ancora alcuni passaggi. Al momento l’iter non si è concluso e quindi è inutile parlarne. Il ministro della Cultura non si è ancora espresso, io non ho la sfera di cristallo. Quando avremo tutti i pareri, a quel punto decideremo. Noi siamo per portare avanti tutto il resto, ma funivia e Skymetro sono le due opere su cui ci siamo espressi in campagna elettorale perché creano una forte discontinuità nel nostro modo di pensare e amministrare la città.
In “tutto il resto” c’è anche la Gronda, che avrà un forte impatto di cantierizzazione sulla città…
La Regione è governata dal centrodestra da dieci anni, in Comune hanno governato per otto anni e il governo di questo Paese c’è da quasi quattro. Se volevano far partire la Gronda, potevano finanziare il progetto e partire. Non abbiamo detto che siamo contro le infrastrutture. Se decideranno di far partire la Gronda ci saranno i tavoli opportuni con tutti gli enti locali e ci siederemo anche noi, diremo le cose che secondo noi vanno bene e le cose da migliorare.
Tra le sue deleghe c’è anche la protezione civile. Il centrodestra ha rivendicato a tutti i livelli di averla migliorata negli ultimi anni: è d’accordo?
La protezione civile, dopo l’alluvione del 2011, l’abbiamo cambiata noi fino al 2017. Abbiamo creato i piani di emergenza delle scuole, che ne erano prive. Abbiamo decodificato tutte le procedure. Tutto il lavoro grosso è stato tra il 2012 e il 2017. Ricordo anche, a proposito di buone prassi, che sono stato l’unico in questa città ad aver installato pannelli luminosi di allerta nei punti critici in cui esondava il Bisagno, in piazza Raggi e via Canevari, e dove esondava il Fereggiano in piazza Galileo Ferraris. Diamo atto che gran parte del lavoro l’ha fatto l’assessore Crivello con gli uffici quando la percezione del rischio era ancora molto bassa. C’era un modo di lavorare più sobrio, si comunicava meno. Lo scolmatore del Fereggiano è stato iniziato nel 2015 e concluso nel 2018. Lo scolmatore del Rovare, invece, è fermo da giugno 2022 all’80%. E quel rio ha la stessa pericolosità del Fereggiano. Agli uffici non è stato chiesto di continuare.
Perché?
Gli uffici del settore idrogeologico sono stati utilizzati per altre altri obiettivi, come il rio Molinassi e gli interventi del ribaltamento a mare. I fondi ci sono, è solamente una questione organizzativa. Va completato il progetto esecutivo per il raccordo.
A proposito di opere, avete aggiornamenti sullo scolmatore del Bisagno?
Ho chiesto ai miei uffici di attivarsi per avere un incontro in Regione in modo da avere chiara la situazione. Non è il Comune a doverlo portare avanti.
Lei ha detto più volte che ci vorrebbe un grande piano per la lotta al dissesto idrogeologico. Dove si trovano le risorse?
Abbiamo 2 milioni di euro da destinare alla pulizia degli alvei dei torrenti, abbiamo già le autorizzazioni, a metà luglio iniziamo. Le priorità le abbiamo date noi. Questo è un intervento ordinario, come del resto la riprofilatura del Bisagno che è stata fatta a ridosso della campagna elettorale: ben vengano le campagne elettorali.
E per gli interventi straordinari?
Al momento io conosco le necessità, non conosco le disponibilità, non sono assessore al Bilancio. La volontà politica c’è tutta. Lo dico francamente: non sono io il sindaco, ma se devo decidere tra due eventi ludici e mettere in sicurezza un rio, per me viene prima la sicurezza delle persone. Poi spiegheremo che magari facciamo due feste in meno, però, all’insaputa dei cittadini, permettiamo a qualcuno di non avere una casa sgomberata. Poi è chiaro che, se non succede nulla, il cittadino si arrabbia perché ha avuto due eventi ludici in meno. Però il passaggio culturale è questo.