Basilicata

Pd Calabria, lo strappo di Doris Lo Moro

L’ex candidata a sindaco di Lamezia Terme, Doris Lo Moro, non parteciperà al congresso provinciale del Pd: «Prevalsi accordicchi di alcuni consiglieri regionali»


«Basta con i padroni della politica». E poi: «No al partito degli eletti. No agli accordi di partito delle tessere fasulle». Sono le parole “forti” pronunciate ieri, venerdì 20 giugno, da Doris Lo Moro nella conferenza stampa convocata per denunciare quello che ha definito «uno strappo politico grave, ma anche una scortesia» consumatosi nel PD proprio alla vigilia dei congressi provinciali e cittadini. Una scorrettezza che ha indotto la candidata a sindaca e gran parte dei candidati democrat lametini, a rinunciare alla partecipazione del congresso di federazione, nel quale ha fatto notare la Lo Moro, «sono prevalsi gli accordicchi di qualche consigliere regionale».

PD, DORIS LO MORO DENUNCIA GLI “ACCORDICCHI”

La Lo Moro tuona: «C’è stato comunicato un accordo per la federazione di Catanzaro assunto dai consiglieri regionali Ernesto Alecci e Amalia Bruni come area Schlein senza essere considerati. La verità è che i consiglieri regionali si stanno appaltando i segretari provinciali».

CHIAMATO IN CAUSA IRTO

La Lo Moro ha chiamato in causa anche Irto: «Il Pd provinciale non può avere questi comportamenti e il senatore Irto, che ha avuto l’unanimità dei consensi, dovrebbe fare in modo che questo partito cammini per il verso giusto, credo che garantire accordi di questo genere sul territorio non sia una linea politica accettabile. Dopodiché – ha spiegato – abbiamo voluto fare questa denuncia insieme alla nostra lista PD perché abbiamo il dovere di avere cura del risultato conseguito. In questa città il PD è stato il primo partito e se uniamo i voti avuti dal PD con quelli di altri nostri componenti presenti in altre liste, per altre circostanze, abbiamo avuto un numero di voti spropositati, che non si possono ignorare».

ALLA RICERCA DELLA PACIFICAZIONE PERDUTA

Si troverà ora una pacificazione nel PD? «Io ci ho lavorato due mesi in campagna elettorale – spiega la Lo Moro -, ho vietato qualsiasi discussione e qualsiasi gossip, non volevo sapere neanche se qualcuno accennava a critiche, perché volevo avere la carica per arrivare in fondo ed è stata dura arrivarci, io mi sono spesa veramente. Dopodiché il risultato ottenuto va tesorizzato. Io ho il diritto e il dovere a farlo valere perché la gran parte dei candidati della lista sono quelli che hanno consentito questo risultato, non può essere che qualcuno se ne appropri e che lo baratti con accordi che sono accordicchi».

IL CONGRESSO CITTADINO DEL PD LAMETINO

In questo scenario come se ne esce anche nel congresso cittadino di Lamezia? «Ne discuteremo e ci misureremo con gli altri – ha detto la Lo Moro – in questo momento escluderei che ci possa essere un candidato unitario, perché non è possibile che uno prenda calci in faccia e il giorno dopo si siede e gli si dice scusate abbiamo sbagliato. Ci misureremo, vedremo anche cosa si può fare. Poi quando un gruppo politico, anche locale, ha le idee chiare non c’è segretario di federazione che regga si va avanti lo stesso».

LO MORO: «NON CI FACCIAMO DARE SCHIAFFI DA NESSUNO»

Insomma, Doris c’è e si è fatta sentire. «Non ci facciamo dare schiaffi da nessuno – ha detto -. Io non ho obiettivi di candidature, fanno male non crederci, non mi interessa la segreteria regionale del Pd, possono stare tutti tranquilli: io ho interessi collettivi e partitici e non interessi personali. Non mi si può togliere il diritto di fare politica, soprattutto alla luce dei 12mila voti ottenuti a Lamezia Terme –. E io dirò la mia».

LEGGI ANCHE: Irto riconfermato segretario regionale del Pd calabrese


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