traccia da definire sul brick di tè freddo
Nel corso delle analisi di venerdì, nel maxi incidente probatorio sul caso di Garlasco, sarebbe emersa anche una traccia sull’etichetta del brick di tè freddo, uno dei reperti della spazzatura. Traccia che ha creato il dubbio, non chiarito, che potesse essere un’impronta. A occhio nudo e attraverso un’apposita torcia, in sostanza, non sono stati rilevati contatti papillari su quei rifiuti, ma alla fine degli esami è stata evidenziata la necessità di fare più avanti accertamenti specifici, a cui, però, la difesa di Andrea Sempio ha annunciato che continuerà ad opporsi. Allo stato non è stato trovato sangue su nessuna delle tracce finora analizzate.
Già nell’udienza di maggio, davanti alla gip di Pavia Daniela Garlaschelli, infatti, i legali del nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi dell’agosto 2007, avevano fatto presente che l’incidente probatorio, disposto dalla giudice su istanza dei pm, prevede analisi genetiche e non dattiloscopiche. Una questione sollevata anche ieri, verso la fine della lunga giornata nei laboratori della Polizia scientifica a Milano, dall’avvocata Angela Taccia, quando nel verbale si sarebbe voluto indicare la necessità di analisi con polveri specifiche per “esaltare” e individuare – dopo le ispezioni a vista negative – eventuali impronte sui reperti. La linea difensiva è quella dell’opposizione a questi accertamenti, perché semmai la Procura dovrà chiedere e ottenere un altro incidente probatorio dattiloscopico, con tanto di relativi confronti delle impronte semmai trovate.
Sempre da quanto si è saputo, la fase di ieri delle campionature – sulle impronte contenute nei fogli di acetato e sui reperti della spazzatura – non ha riguardato né il frammento del tappetino del bagno, né un cucchiaino, entrambi indicati nell’elenco dei reperti da analizzare. Sulla trentina di fogli di acetato contenenti impronte e analizzati finora nei due round, non sono state rilevate, attraverso il cosiddetto ‘Obti test’, tracce di sangue, anche se verrà effettuato un esame più specifico sulla ‘papillare 10’, ossia quella trovata sulla porta d’ingresso e ritenuta dagli investigatori una presunta “mano sporca”.
Gli ultimi quattro acetati, poi, devono ancora essere sottoposti al test ematico. Così come devono ancora essere effettuate le analisi sui tamponi della vittima. Oltre agli esami sul cucchiaino e sul frammento del tappetino del bagno, macchiato dal sangue lasciato dalla scarpa dell’assassino. Prossimo appuntamento il 4 luglio, che sarà comunque confermato nei prossimi giorni. Nel frattempo, tra una settimana, massimo due, ai periti dovrebbero arrivare i primi esiti delle campionature che diranno, in sostanza, per ogni impronta e reperto se dai tamponi è stato raccolto del Dna e se sia sufficiente e utile per comparazioni biologiche con i profili di Sempio, Alberto Stasi e di tutte le persone non indagate ma incluse negli esami. La fase relativa agli eventuali match di Dna sarà effettuata nei laboratori dell’ospedale Fatebenefratelli.
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