Cultura

Naide Novalis, estetica e grinta in una chitarra di liuteria italiana

Un giovane liutaio con una spiccata creatività e una precisa idea sonora mi ha lasciato provare una delle sue ultime creazioni…

Una delle mie ultime scoperte che ho reputato molto interessanti, mi ha fatto rivalutare moltissimo i risultati che si possono ottenere ancora oggi in termini di liuteria, ma soprattutto cosa sono capaci di fare i liutai più giovani: oggi proviamo la chitarra elettrica Novalis di Naide Guitars, giovanissimo liutaio che ha esposto per la prima volta al Guitar Show di Bologna.

Estetica decisamente appariscente

Il lato estetico decide di fare la sua parte in maniera piuttosto decisa, difficile dire che la chitarra non sia esteticamente non dico solo accattivante, ma decisamente appariscente. Difficilmente riesce a passare inosservata, vuoi per la scelta dei colori, ma anche per il connubio di legni e hardware che la rendono non troppo dissimile a uno stile molto anni ’80 che potevamo vedere sulle JEM di Steve Vai (con cui condivide i pickup).

Bella la scelta del top incassato nel body, altrettanto quella della resina epossidica per i segnatasti, le manopole e i tocchi di bianco per armonizzarsi coi pickup.

Tutto lo stretto necessario per una chitarra da rocker

Vediamo le caratteristiche principali dello strumento:

  • Body: Sassofrasso con top incassato di radica di Pioppo (tinto blu)
  • Manico: wengè e acero fiammato laminati – profilo V a spessore costante – inlay in resina blu
  • Tastiera: cocobolo su compound radius 10″-15″ con tasti jumbo in acciaio inox
  • Pickup: coppia DiMarzio Utopia – volume, tono su scheda stampata by Toma Systems – split al tono
  • Hardware: ponte Gotoh 510ts-fe1 gold – meccaniche autobloccanti Gotoh sg301-04 gold

Lo schema elettronico è abbastanza essenziale per un rocker, si tende più a preferire un gioco di volumi e di toni che possibilità di impostazioni in serie e/o parallelo.

Sarebbe stato interessante qualche controllo in più? Forse avrei inserito due coppie di potenziometri, per potermi regolare volume e tono indipendentemente, ma questo è più una preferenza personale che un dettame.

Sentiamo qualche suono

La catena audio è la seguente: Novalis -> Boss IR-2 -> Eventide H90 -> Motu Ultralite Mk5

>>> SCARICA I FILES AUDIO <<<

Dalle tracce audio potrai notare che comunque la base di partenza è quella di un suono corposo in termini di output; per quanto riguarda invece lo spettro delle frequenze, per entrambi i magneti abbiamo una forte presenza di medie, medio basse e nel caso del pickup al manico anche di basse frequenze, questo si traduce in sezioni ritmiche molto presenti, molto aggressive e che fanno parte praticamente di tutto il rock moderno.

Lascia sorpreso che non siano magneti così ricchi di alte frequenze, questo ci permette di avere un suono di meno tagliente, ma potrebbe essere più complicato in contesti dove è richiesta una maggiore brillantezza. Parliamo di un set signature (in questo caso di Steve Vai) quindi le scelte sono state fatte con l’artista e con il suo gear, un rig di amplificazione che è chiaramente molto complesso e il set nasce prima di tutto per sposarsi con quello.

La chitarra è ben bilanciata, si posa bene sul corpo del musicista, anche se va fatta un minimo di abitudine perché essendo strutturata per un accesso a zone di manico più ampie ed avendo un manico da 24 tasti, si tende a portate indietro tutto il resto, nel senso che bisogna spostare la mano destra un filo più verso il body.

Se perà si viene già dal mondo delle 24 tasti, ovviamente non si hanno “problemi” di questo tipo, attualmente non ne sto usando da qualche anno e ritornarci per me è una questione di ri-abitudine, che può acquisire chiunque.

Possiamo dire che il carattere dello strumento è decisamente improntato verso il mondo del rock, abbiamo un ventaglio di versatilità che ci permette di ottenere diverse sfumature, però la cosa ha un prezzo non indifferente, e non si intende dal lato economico: gli Utopia sono pickup che vanno gestiti con una grande accortezza, perchè è molto facile ottenere perennemente un suono compresso e molto saturo, quindi il contributo del musicista sia in termini di dinamica della mano che di regolazione dei potenziometri del volume deve essere molto certosino.
Non è uno strumento plug and play e anzi possiamo dire che la curva di apprendimento è abbastanza altina, serve avere un excursus abbastanza sviluppato alle spalle per gestire il tutto.

Non per tutti, ma ne vale la pena

Parliamo di un partenza di 1700 euro, ma attenzione, per questa specifica configurazione si arriva a un prezzo finale di 2800 euro. La cifrsa non è certo di basso profilo, ma siamo nel mondo della liuteria e difficilmente si può riuscire a fare un prezzo diverso, il costo del lavoro purtroppo è quello e difficilmente ci si può girare intorno.

Questo tipo di chitarre nasce da un mix di esigenza e di preparazione, dato che vengono costruite su scelte del cliente. Bisogna avere un’esperienza non indifferente nelle scelte dei legni e delle di elettroniche, perché altrimenti si rischia di creare strumenti che non hanno granché senso di esistere o che comunque mal si adatto al proprio playing e alle proprie esigenze.

Se cerchi una chitarra dal design non banale, questa Novalis può effettivamente essere una scelta, perché è il connubio tra soluzioni moderne e basi conosciute, ma soprattutto uno strumento anche estremamente comodo, perchè in termini di peso e maneggevolezza è una chitarra che si porta addosso come un vestito su misura.




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