Il governo rinvia ancora la sugar tax: è la settima volta. Addio a 140 milioni di gettito (e ai benefici per la salute)
Nel lontano 2019 era stata varata con l’obiettivo di disincentivare il consumo di prodotti dannosi per la salute il cui “eccessivo utilizzo”, ha ricordato pure la Corte costituzionale, “può generare un aggravio di spesa pubblica” perché contribuisce alla diffusione di diabete e obesità. Non a caso Francia, Regno Unito, Irlanda, Belgio, Portogallo, Catalogna, Norvegia, Finlandia, Ungheria, Estonia e Lettonia l’hanno già introdotta, come consigliato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Ma l’Italia continua ad andare in direzione ostinata e contraria: la sugar tax è prevista per legge ma di anno in anno viene rinviata per non scontentare le aziende produttrici di bibite zuccherate che minacciano ripercussioni sui posti di lavoro. Venerdì 20 giugno il consiglio dei ministri ha calciato la lattina al 31 dicembre, sventando l’entrata in vigore dall’1 luglio.
Si tratta del settimo slittamento. Lo scorso anno sembrava quello buono: un emendamento del governo al decreto Superbonus aveva sancito che sarebbe scattata sempre a partire da luglio, per quanto in misura dimezzata rispetto alla previsione iniziale, quindi a 5 centesimi al litro o 0,13 euro al chilo per i prodotti in forma solida da consumare diluiti. Poi la maggioranza che sostiene il governo Meloni, complice l’azioni di lobbying di Assobibe, ha deciso di prendere tempo. Ora ci siamo: tra 10 giorni, senza interventi, il sovraccosto mirato a ridurre gli acquisti si materializzerebbe. Non sia mai.
“Grazie alla sensibilità del ministro Giancarlo Giorgetti“, esultano i capigruppo di Camera e Senato della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, “il governo rinvia la sugar tax al 31 dicembre 2025 come da sempre suggerito dalla Lega. È solo una delle buone notizie di queste ore, visto che abbiamo anche stanziato altri 350 milioni di euro per risolvere la questione del payback dei dispositivi medici. Risposte concrete agli italiani, che risolvono anche problemi ereditati dal malgoverno della sinistra”.
Il grande successo rivendicato dal Carroccio si traduce per le casse pubbliche, stando ai calcoli fatti nel 2024 dalla Ragioneria generale dello Stato, in una perdita di gettito pari a circa 140 milioni in sei mesi. Che salgono a 280 se il rinvio, alla fine, diventasse annuale. Non è abbastanza per Forza Italia, che anche stavolta si intesta una “battaglia” per l’abolizione totale della tassa. Per Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, capigruppo azzurri alla Camera e al Senato, l’”inutile balzello” va tolto di mezzo perché “dannoso per famiglie e imprese”. Chiosa: ora è “il momento di sostenere la crescita, non di ostacolarla con tasse ereditate dalla sinistra e dai grillini”.
La Consulta, nel rigettare la questione di legittimità costituzionale della legge di Bilancio per il 2020 che ha introdotto la sugar tax, aveva promosso la scelta di tassare le bevanda analcoliche addizionate con zuccheri o altri dolcificanti ed edulcoranti ricordando come sia stata l’Oms in un rapporto del 2015 (Fiscal policies for Diet and Prevention of Noncommunicable Diseases) a promuovere interventi del genere “anche in virtù dei risultati, attestati dalla medesima organizzazione e da studi scientifici realizzati nei numerosi Paesi in cui la sugar tax viene applicata da tempo”. Un report del 2023 che ha sintetizzato le esperienze di un centinaio di Stati con diverse tipologie di tassazione delle bevande zuccherate arriva alla conclusione che “sono una strategia win-win” per i sistemi sanitari e le casse pubbliche.
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