Whitbread condannato a 25 anni
Venticinque anni per aver ucciso a coltellate la compagna e convivente Michele Faiers Dawn, 66 anni, nel casolare di Casoli dove la coppia si era trasferita a vivere dall’Inghilterra. La Corte d’assise di Lanciano ha riconosciuto colpevole di omicidio volontario aggravato Micheal Whitbread, ex informatico, 76 anni a luglio, che nel corso delle udienze aveva confessato il delitto e chiesto scusa.
Michele venne uccisa con nove coltellate la notte tra il 28 e il 29 ottobre 2023. Delitto scoperto solo il 1° novembre quando l’amica Petrina, preoccupata perché la donna non rispondeva alle sue chiamate, era andata a vedere cosa fosse successo nel casolare di contrada Verratti. Il compagno, dopo essersi cambiato d’abiti, aveva lasciato la villetta e con la sua auto aveva guidato fino in Inghilterra, dove il 1° novembre stesso era stato fermato e arrestato.
Il procuratore Mirvana Di Serio ha chiesto l’ergastolo per l’inglese, attualmente detenuto nel carcere di Pescara, ma giudici togati e popolari hanno riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti all’aggravante contestata, ovvero la convivenza, e optato per una pena più lieve.
Il presidente della Corte, il giudice Massimo Canosa, ha letto la sentenza alle 12.15 in punto, dopo poco più di un’ora di camera di consiglio. Whitbread è stato inoltre interdetto dai pubblici uffici e condannato a risarcire del danno le tre figlie della vittima, presenti in aula insieme a un fratello e una sorella di Michele. La provvisionale è stata stabilita in 300mila euro. Riconosciuto il risarcimento simbolico di mille euro anche all’associazione Dafne, di tutela delle donne.
In aula era presente anche l’unica figlia dell’imputato. “La sentenza mi lascia soddisfatto dal punto di vista professionale – è stato il commento del difensore, l’avvocato Massimiliano Sichetti – perché sono state accolte, anche se in parte, le nostre tesi difensive. Ci aspettavamo, naturalmente, una condanna, la responsabilità del mio assistito era chiara, ma il pm aveva chiesto l’ergastolo. Noi ritenevamo, invece, che le attenuanti sussistessero ed esse sono state riconosciute. Aspetterò le motivazioni e valuterò un eventuale appello, poiché a mio parere non sussiste neanche l’aggravante contestata, ormai erano poco più che semplici coinquilini, per cui la pena può essere ulteriormente infrenata”.
“Accogliamo la sentenza con rispetto – ha commentato l’avvocato Nadia Giacomina Germanà Tascona che patrocina le figlie di Michele – Le ragazze fanno fatica a comprendere questo tipo di pena, da giurista la considero comunque una pena all’ergastolo vista l’età dell’imputato. Per loro è una perdita importante, non abbiamo apprezzato la volontà di continuare a ripetere che la vittima era lui e non la signora Faiers. Non faremo appello, o almeno questa è la valutazione a caldo”.
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