Israele prepara nuovi raid. Allarme Fbi per cellule dormienti. Manifestazioni anti Usa a Teheran | La diretta
Oggi a Ginevra vertice dei ministri degli Esteri di Germania, Francia e Regno Unito con quello iraniano Araghchi e con l’alto rappresentante Ue per la Politica estera. C’è ancora tempo per una soluzione diplomatica, secondo il britannico Lammy. Una granata è stata lanciata nella residenza dell’ambasciatore norvegese a Tel Aviv, causando danni. Nella notte raid israeliani su Teheran mentre un missile iraniano ha causato 7 feriti e ingenti danni nel sud dello Stato ebraico a Beer Sheva, colpita già ieri. Trump approva i piani d’attacco ma prende tempo, temendo i rischi di una missione incompiuta.
11.51 – Katz, dato ordine intensificare raid per indebolire regime
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dato ordine all’Idf di “intensificare gli attacchi contro obiettivi del regime in Iran, al fine di indebolire il regime e aumentare la deterrenza contro il fuoco missilistico sul fronte interno israeliano, continuando a colpire strutture e scienziati per contrastare il programma nucleare iraniano”. Lo riporta Ynet. Dopo aver valutato la situazione con i responsabili della sicurezza, Katz ha affermato che “dobbiamo colpire tutti i simboli del regime e la base di potere come le Guardie Rivoluzionarie”.
11.48 – Giorno della rabbia, proteste anti Usa e anti Israele
E’ “il giorno della rabbia popolare” in Iran, dove oggi sono previste manifestazioni di protesta contro Israele e gli Stati Uniti dopo gli attacchi militari israeliani in corso da una settimana. Come ha scritto l’agenzia di stampa Tasnim rilanciando l’appello degli organizzatori, i manifestanti esprimeranno il loro sostegno alle forze militari iraniane e invocheranno la “vittoria divina” su Israele. Punto di partenza per i manifestanti, il termine della preghiera del venerdì. La guida suprema dell’Iran, l’yatollaha Ali Khamenei, partecipa spesso alle preghiere del venerdì a Teheran e ha spesso sfruttato questi momenti per esprimere forti critiche verso gli Stati Uniti, Israele e l’Occidente. Questa volta, però, un’apparizione pubblica di Khamenei potrebbe essere rischiosa per la vita del leader iraniano.
10.10 – Ferito uno stretto consigliere dell’ayatollah Ali Khamenei
E’ in condizioni stabili Ali Shamkhani, lo stretto consigliere della Guida suprema dell’Iran l’Ayatollah Ali Khamenei rimasto gravemente ferito in un raid aereo israeliano la scorsa settimana. Lo rende noto l’agenzia di stampa iraniana Tasnim spiegando che le condizioni di Shamkhani sono migliorate dopo le cure. “Sono vivo e pronto a sacrificarmi”, ha affermato Shamkhani in un messaggio rivolto alla Guida suprema e alla nazione iraniana.
9.40 – Partiti nuovi aerei cisterna verso il Pacifico
Tre KC-46A hanno lasciato la base di Travis in California diretti nel Pacifico. Si tratta di velivoli per il rifornimento. Secondo i codici di chiamata potrebbero rifornire i bombardieri. Per gli analisti si tratterebbe di un dispiegamento preventivo per l’eventuale movimento dei bombardieri B-2.
8.30 – Allarme cellule dormienti iraniane negli Usa: aumentata l’allerta
Secondo fonti sentite dalla Cbs News cresce l’ansia negli Usa per l’eventuale attivazione di cellule iraniane dormienti. Il direttore dell’Fbi, Kash Patel ha aumentato gli sforzi della polizia federale per monitorare eventuali gruppo terroristici legati a Teheran e ai miliziani sciiti di Hezbollah. Fin dall’uccisione del generale Qasem Soleimani nel 2020, gli Usa si sono impegnati nella sorveglianza contro operativi iraniani. Lo scorso anno un uomo dei Pasdaran e altre due persone sono finite a processo con l’accusa di voler colpire dissidenti del regime. Non solo. Lo stesso agente dei guardiani della rivoluzione avrebbe raccontato di aver ricevuto da Teheran l’ordine di preparare un attentato contro Trump.
7.53 – Cremlino: “Cambio di regime inaccettabile, aprirebbe vaso di Pandora”
Un cambio di regime in Iran è “inaccettabile ed inimmaginabile” e “scoperchierebbe il vaso di Pandora”. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov nel corso di una intervista a Sky News, affermando che la Russia reagirebbe “in modo molto negativo” se la Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, venisse ucciso. “La situazione è estremamente tesa e pericolosa non solo per la regione, ma a livello globale”, ha affermato Peskov sottolineando che “ampliare il numero dei partecipanti al conflitto è potenzialmente ancora più pericoloso. Ciò porterà solo a un altro ciclo di scontro e a un’escalation della tensione nella regione”
7.04 – Idf: “Colpito sito di ricerca nucleare”
L’esercito israeliano ha affermato di aver effettuato attacchi su decine di obiettivi militari in Iran durante la notte, tra cui l’Organizzazione per l’innovazione e la ricerca difensiva (SPND), coinvolta nello sviluppo delle armi nucleari iraniane. “Il quartier generale di Spnd, fondato nel 2011 da Fakhri Zadeh, fondatore del programma iraniano per le armi nucleari, è utilizzato per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie e armi avanzate per le capacità militari del regime iraniano”, spiega Idf sui social.
7.01 – Iran: colpito edificio residenziale nel sud di Israele
Un missile iraniano ha colpito la città israeliana meridionale di Beersheba causando ingenti danni vicino alle aree residenziali, ma senza vittime segnalate. Colpito un condominio, alcune auto a fuoco.
6.58 – Missile su Beersheba: 5 feriti
E’ di cinque israeliani feriti lievemente il bilancio dell’attacco missilistico lanciato questa mattina e che ha colpito la città di Beersheba nel sud di Israele. Lo rende noto il servizio di soccorso Magen David Adom. Diversi condomini sono stati danneggiati dall’impatto.
6.48 – Enorme distruzione a Beer Sheva dopo missile dall’Iran
Un singolo missile balistico lanciato dall’Iran ha provocato un’ingente devastazione a Beer Sheva, nel sud di Israele. L’ordigno caduto stamani in un parcheggio vicino a edifici residenziali ha distrutto diversi appartamenti, lasciato un cratere a terra, veicoli in fiamme, facciate di edifici e balconi crollati. L’Mda segnala sette feriti. Le Ferrovie israeliane hanno comunicato che la stazione di Beer Sheva Nord è stata chiusa per danni. Le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno rivendicato che “il sito Microsoft di Beer Sheva è stato attaccato perché collabora con l’esercito israeliano”.
6.34 – Wsj: “Un cambio di leadership potrebbe rafforzare ulteriormente i Guardiani della rivoluzione”
Gli attacchi aerei sferrati da Israele contro l’Iran negli ultimi giorni hanno preso di mira il cuore del potere militare iraniano: il Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica, eliminandone diverse figure chiave, a cominciare da Hosseinâ ¯Salami, comandante in capo dei Guardiani della rivoluzione, e dal generale di brigata Aliâ ¯Hajizadeh, capo della Forza aerospaziale dei Pasdaran e responsabile del loro programma missilistico. Israele spera che la decapitazione dei vertici delle forze armate e del programma nucleare iraniani possa innescare un cambio di regime a Teheran. Tuttavia – avverte il quotidiano “Wall Street Journal” – un cambio di leadership nella Repubblica islamica, innescato magari dall’assassinio dell’ayatollah Ali Khamenei, potrebbe paradossalmente accentrare ancor più il potere nelle mani dei Pasdaran. Potrebbero essere proprio questi ultimi, secondo analisti consultati dal quotidiano, a ereditare il potere della guida suprema dell’Iran nel caso in cui Israele dia seguito ai propositi espressi negli ultimi giorni. “Chi comanderà (in Iran) sarà chi ha le armi”, ha detto al “Wall Street Journal” Ray Takeyh, del centro studi Council on Foreign Relations, secondo cui i Guardiani della rivoluzione manterrebbero una parvenza di autorità religiosa per legittimare il loro potere politico.
6.17 – Idf, colpiti siti industriali per la produzione di missili
L’aviazione israeliana ha effettuato un’ondata di attacchi a Teheran durante la notte, prendendo di mira decine di strutture militari iraniane e sito di ricerca nucleare. Lo conferma l’Idf, citato da The Time of Israel. Più di 60 aerei da combattimento sono stati coinvolti negli attacchi. L’Idf afferma che gli obiettivi includevano “diversi siti di produzione di missili industriali” a Teheran, che servivano come “nucleo industriale del ministero della Difesa iraniano”. Un altro sito che è stato colpito era stato utilizzato per produrre un “componente essenziale per il programma di armi nucleari del regime”, aggiunge l’Idf.
6.00 – Wsj: “Guerra costa milioni di dollari al giorno a Israele”
La guerra contro l’Iran sta costando a Israele centinaia di milioni di dollari al giorno, secondo stime preliminari riportate dal quotidiano statunitense “Wall Street Journal” che sollevando dubbi sulla sostenibilità economica di un conflitto prolungato con la Repubblica islamica. La spesa maggiore per Israele riguarda prevedibilmente i sistemi di difesa aerea: ogni giorno, solo gli intercettori per abbattere i missili iraniani possono arrivare a costare tra decine e 200 milioni di dollari, e secondo esperti citati dal quotidiano non solo Israele, ma anche gli Stati Uniti stanno dando rapidamente fondo alle loro scorte di missili intercettori avanzati come quelli del sistema Arrow. Secondo esperti consultati dal quotidiano, l’economia israeliana potrebbe reggere un’operazione militare di breve durata, ma già la ricostruzione degli edifici danneggiati dai missili iraniani sino a questo momento potrebbe costare allo Stato islamico almeno 400 milioni di dollari.
5.07 – Nyt: “Iran non ha l’atomica e non ha deciso se dotarsene”
L’Iran non dispone di armi atomiche e non ha ancora deciso se dotarsene o meno. E’ la valutazione recentemente formulata dalla comunità d’intelligence statunitense, secondo cui la Repubblica islamica dispone comunque di un’ampia scorta di uranio arricchito che le consentirebbe di dotarsi di una testata atomica in tempi rapidi.
Lo riferisce il quotidiano “New York Times”, secondo cui l’ultima valutazione dell’intelligence Usa è invariata rispetto a quelle formulate periodicamente negli ultimi anni e da ultimo alla fine del mese di marzo, e pare smentire in parte i presupposti su cui Israele ha giustificato il proprio attacco contro l’Iran. Funzionari Usa ritengono che Teheran potrebbe avvicinarsi rapidamente alla bomba se subisse un attacco diretto, ad esempio al sito di arricchimento di Fordow, o in caso di eliminazione della guida suprema Ali Khamenei.
Source link