Veneto

“Bezos, il matrimonio e l’impatto su una Venezia svenduta in mano a stranieri”. Lettere al giornale

Premetto che del matrimonio di Bezos e signora a Venezia non me ne frega proprio assolutamente nulla (bell’inizio, stilisticamente parlando!).

Ormai Venezia è un circo, svenduta a vip e turisti di tutti i generi, con attrazioni dell’intellighenzia di sinistra, di quelle attrazioni più becere possibili, ma per cui Venezia si riempie di finti cafoni pseudo intellettualoidi che trattano i veneziani dall’alto al basso.

Detto questo, dato che faccio parte di quei pochi residenti rimasti, in famiglia facciamo la spesa quasi ogni giorno e sempre a Venezia visto che il lavoro non permette di migrare con il carrellino a Marghera come i pensionati veneziani. Questa settimana le uscite dal borsello hanno visto un aumento di quasi il 50% dei vari prodotti, sia da supermercato che da classico negozio di alimentari. Ieri, la spesa di carne per 4 pasti di 5 persone a Rialto è costata circa € 110,00, contro gli usuali € 60-70,00. Al supermercato un po’ di affettato è costato quasi quanto mezzo grammo d’oro al prezzo odierno.

Quindi di cosa stiamo parlando realmente? Di visibilità come hanno detto Brugnaro o Zaia? Oppure di mero calcolo economico per svuotare gli ultimi pochi rimasti a vivere a Venezia? Obiettivamente, una famiglia normale, magari di pensionati, fa davvero difficoltà a mantenere il caro vita capitato fra capo e collo.

Ormai da decenni la politica e l’entourage sponsorizzante hanno aperto i cancelli al turismo mordi e fuggi, quel turismo che non porta nulla, permettendo contemporaneamente l’apertura dei soliti negozi di oggettini di vetro chino-finto-venice o il puzzolente cibo speziato. E meno male che questi negozi non dovevano più aprire a Venezia. L’ultimo, che cito solo perché ha solleticato la mia attenzione, è stato aperto qualche mese fa (tassativamente di notte, as usual, con una specie di banda bassotti che portava con carrelli i soliti sacconi celesti made in China con prodotti delle campagne venete. Il giorno dopo il negozio era aperto ed ora, passandoci davanti, uno straniero staziona dentro con meravigliose musichette arabe e 3-4 stazionano invece fuori stile souk di Baghdad a controllare (un’immagine che non ispira tranquillità, viste le facce, passando davanti).
E’ questa l’immagine che vogliamo dare all’estero di Venezia? Davvero?

Per carità, l’etichetta assegnata a Venezia potrà anche essere quella di aver ospitato Bezos e signora, rintanati nei loro hotel sfarzosi assieme a tutti i loro ospiti, con una Venezia blindatissima ed invivibile. Ma la realtà è ben diversa.

Attendo trepidamente con ansia le ormai vicine elezioni, senza perdere la speranza: spero davvero cambi qualcosa per noi veneziani e per Venezia.

Forza Venezia!

Dinosauro da Venezia
(lettera firmata)


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