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Londra punta ai sistemi laser DragonFire: ecco cosa possono fare contro i droni


Londra punta ai sistemi laser DragonFire: ecco cosa possono fare contro i droni

La recente Strategic Defence Review (SDR) britannica segna un cambio di paradigma nelle capacità militari del Regno Unito, orientando le risorse verso l’adozione di sistemi autonomi e armi a energia diretta. Tale strategia, fortemente influenzata dall’esperienza della guerra in Ucraina, mira a posizionare il Regno Unito all’avanguardia dell’innovazione tecnologica all’interno della Nato, consolidando la sua sicurezza nazionale e la proiezione globale. Al centro di questo piano si colloca un investimento storico di 5 miliardi di sterline, con un focus particolare sul sistema laser DragonFire, un armamento destinato a rivoluzionare la difesa tattica navale e terrestre britannica contro le minacce rappresentate dagli UAV.

Cosa sappiamo

Il Regno Unito punta su investimenti strategici in sistemi autonomi e armi a energia diretta. Il piano finanziario, infatti, prevede oltre 4 miliardi di sterline destinati allo sviluppo e all’impiego di sistemi autonomi su terra, mare e aria, inclusi droni di nuova generazione che mirano ad accrescere la precisione e la capacità letale delle forze armate britanniche. Secondo fonti governative, oltre 2 miliardi di questi fondi derivano dall’aumento della spesa militare nazionale, che raggiungerà il 2,5% del PIL entro il 2027. Parallelamente, è previsto un investimento di quasi 1 miliardo di sterline per lo sviluppo delle armi a energia diretta (Directed Energy Weapons, DEW), con il sistema laser DragonFire come elemento centrale.

Proprio quest’ultimo sarà il primo del suo genere a diventare operativo in Europa e sarà installato, a partire dal 2027, su quattro cacciatorpediniere Type 45 della Royal Navy, integrandosi in una rete multilivello di difesa aerea. Entro la fine del decennio è previsto anche lo sviluppo di un sistema DEW specifico per l’Esercito britannico. Tali tecnologie consentiranno di neutralizzare minacce a velocità prossime a quella della luce, riducendo i danni collaterali e la dipendenza dalle munizioni tradizionali.

Distanze tattiche e capacità operative del DragonFire

Il sistema laser DragonFire è progettato per intervenire efficacemente su distanze tattiche, tipicamente quelle necessarie a proteggere assetti navali e terrestri in scenari di combattimento ravvicinato e medio. La sua capacità di colpire obiettivi come droni ostili con precisione millimetrica e in tempi estremamente rapidi, grazie alla sua velocità d’azione, lo rende uno strumento fondamentale per la difesa contro minacce asimmetriche e tecnologicamente sofisticate. Inoltre, il basso costo per ogni colpo e la possibilità di operare senza rifornimenti tradizionali di munizioni gli conferiscono un vantaggio strategico in termini di sostenibilità e reattività operativa.

Rafforzamento delle capacità militari e prospettive

Dall’analisi sembrerebbe che la Strategic Defence Review prediliga un’accelerazione nell’adozione di sistemi non equipaggiati e autonomi, con l’obiettivo di un largo impiego entro cinque anni. A supporto di questo processo sarà istituito un nuovo Drone Centre, incaricato di coordinare lo sviluppo, la regolamentazione e l’integrazione delle tecnologie di droni in tutti i rami delle Forze Armate.

Parallelamente, il piano prevede la costruzione di dodici nuovi sottomarini d’attacco, l’acquisizione di 7.000 armi a lungo raggio di produzione nazionale, l’apertura di sei nuovi stabilimenti per munizioni e materiali energetici e un investimento di oltre 2,5 miliardi di sterline per migliorare infrastrutture abitative e tecnologiche militari. Con la creazione di oltre 300 nuovi posti di lavoro di personale qualificato, secondo il governo, questo programma rafforzerà non solo la capacità difensiva del Regno Unito, ma consoliderà anche la sua posizione strategica all’interno della Nato come protagonista nello sviluppo tecnologico militare avanzato.

Al momento, si conviene, quindi, che la trasformazione tecnologica delineata dalla SDR sembra voler rispondere efficacemente alle nuove sfide poste da minacce asimmetriche e conflitti

ibridi, consolidando la capacità del Regno Unito di operare come attore globale dotato di strumenti all’avanguardia, in equilibrio tra sicurezza, crescita industriale e leadership all’interno dell’attuale scenario geopollitico.


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