Per la faida, il vescovo Alberti alzala voce: «Fermatevi in nome di Dio»
Di fronte alla faida nel reggino e vibonese, il Vescovo Alberti condanna la violenza, invitando le famiglie a fermarsi e trasformare l’odio in amore, per la pace e la giustizia.
SAN PIETRO DI CARIDÀ – Dopo i morti ammazzati, lo scoppio di una nuova faida tra il reggino e il vibonese, si alza la voce autorevole del vescovo della Diocesi della Piana di Gioia Tauro Mons. Giuseppe Alberti, l’unico che con coraggio interviene e con tutta la forza invita le famiglie che si contendono la vita e la morte a fermarsi. «Fermatevi in nome di Dio e trasformate l’odio in amore fraterno» tuona Mons. Alberti, il presule padovano che anche in questa circostanza dimostra il coraggio che altri in questo territorio non hanno avuto e non solo in questa situazione.
Dopo il quarto omicidio, in poco più di due anni e un tentato duplice omicidio, la voce del vescovo di Oppido – Palmi si alza, attraverso un appello alla comunità diocesana per tentare di bloccare l’escalation della faida in corso nella zona di Monsoreto e Prateria nei comuni di San Pietro di Caridà nel reggino e Dinami nel vibonese.
FAIDA PIANA DI GIOIA TAURO, L’APPELLO DEL VESCOVO ALBERTI
«Ho assistito con sgomento – scrive il Vescovo Alberti – alla scia di sangue che si sta versando sul territorio di San Pietro di Caridà e come Vescovo di questa Chiesa diocesana esprimo, a nome mio e di tutta la comunità ecclesiale, la più ferma condanna di ogni forma di violenza, sopraffazione e logica di faida che semina morte, paura e divisione». «Non posso restare in silenzio, – afferma Mons. Alberti – non posso girarmi dall’altra parte sapendo della sofferenza che si vive quando vengono compiuti gesti di così carica e cieca violenza. La nostra terra, già segnata da troppe ferite, ha bisogno di parole e gesti di pace, non di sangue e vendetta. È inaccettabile che nel nostro tempo persistano dinamiche mafiose che nulla hanno a che fare con il Vangelo di Cristo, fondato sull’amore, sulla misericordia e sul perdono».
Parole forti, quelle del Vescovo, sentite poche volte nella Piana. Parole che centrano questioni religiose ma anche e soprattutto tematiche di pura umanità: «La vita ci è stata donata – aggiunge – per essere vissuta, per amare ed essere felici; per queste ragioni, non può un uomo mettere fine alla vita di un altro uomo: Fermatevi in nome di Dio e trasformate l’odio in amore fraterno» il monito di padre Giuseppe, che invita i contendenti ad: «Allontanare le armi, fatele tacere, non seminate altri lutti. Non uccidetevi. Fatevi guidare dai valori della dignità della persona, dalla non violenza, dalla pace».
L’APPELLO ALLA COMUNITÀ
Ma l’appello di Monsignor Alberti si rivolge «a tutte le persone di buona volontà, alle Istituzioni civili, alle Forze dell’ordine, ai Presbiteri, alle Comunità parrocchiali e agli operatori pastorali: non rassegniamoci, – tuona ancora il presule -. continuiamo a costruire insieme un tessuto sociale fondato sulla giustizia, sulla legalità e sul rispetto della vita. Rinnoviamo il nostro impegno a camminare al fianco della nostra gente, soprattutto dei giovani, perché nessuno si senta solo o abbandonato. La luce del Vangelo può ancora brillare nelle tenebre, se ciascuno di noi sceglie il bene e rifiuta con coraggio ogni complicità, anche silenziosa, con il male».
PREGHIERA PER LE VITTIME
Infine, Alberti si rivolge direttamente alle famiglie che hanno avuto vittime e lutti: «A quanti sono stati colpiti da questo ennesimo atto di violenza, giunga la preghiera di tutta la Chiesa diocesana. Invochiamo il Signore perché doni consolazione a chi soffre, converta il cuore di chi fa del male e conceda a quel territorio, benedetto dalle bellezze della natura, la fecondità di valori umani reciproci e rispettosi del valore della vita».
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