The Jazzness: Nove interessanti riletture jazz di brani “dimenticati” :: Le Recensioni di OndaRock
Il mio Paese se ne fotte di pianti, di lotte
Di quanti stanno al freddo stanotte
Lo vedo nei programmi elettorali
Nei programmi della tele
Negli inganni quotidiani, io lo vedo, man
E basta aprire un giornale
Per accorgersi di quanto sporco c’è sullo Stivale
L’idea dietro a “The Jazzness” è semplice: nove canzoni di Fabiano “Inoki” Ballarin, che si erano un po’ perse nel corso del tempo sono riproposte in chiave jazz, ispirandosi un po’ a Guru e il suo storico “Jazzmatazz”. Il rapper ha dichiarato che non era più possibile eseguirle dal vivo, mancavano i beat per i live, e quindi ha risolto così, rileggendole come brani più raccolti e notturni, in cui snocciolare i testi con maggiore intensità.
Inoki è un esperto, già attivo a fine millennio con la Porzione Massiccia Crew insieme all’amico Joe Cassano e poi titolare di una lunga carriera solista, soprattutto come indipendente ma anche con un significativo passaggio in major.
È l’occasione per guardare da vicino i testi, ricostruire insieme un modo di intendere il rap dove il messaggio è ancora centrale, come nell’iniziale “Il mio paese se ne frega 2025”: un pianoforte e contrabbasso a dominare l’arrangiamento, mentre ogni frase acquisisce maggior peso grazie a un delivery più smussato e misurato.
Spesso il risultato è vicino a un’idea di jazz-rap tradizionale novantiano (“Vecchio quartiere 2025”, “Polvere di strada 2025”), mentre puntano all’intimismo altri brani (“Ripartire da zero 2025” e “Immortali 2025” feat. Zibba), forti di testi più emotivi, ma anche i racconti di vita di strada “Ho visto 2025” e ”Basso profilo 2025”; scarta verso un ritmo più vivace “Preso bene 2025”.
Ne esce rinnovata profondamente la rilettura “Medioego 2025″ (feat. Mefisto Brass), con ottoni muscolari.
Delicati interventi di chitarra, misurati irrobustimenti ritmici e un’attenzione rara alla dinamica conferiscono una qualità organica a questi brani, lontani più che mai dall’estetica robotico-meccanica di tanta trap, drill, rage e simili. È musica da ascoltare con attenzione, pazienza, lentezza. E godersi dal vivo, magari in un piccolo jazz club.
04/06/2025