a processo per truffa del reddito di cittadinanza
Una donna di 56 anni, difesa dall’avvocato Gianni Dionigi, è finita davanti al giudice del Tribunale penale di Perugia con l’accusa di aver mentito sulle sue condizioni economiche e familiari per ottenere il reddito di cittadinanza.
La Procura di Perugia sostiene che la donna “al fine di ottenere indebitamente il beneficio” del reddito di cittadinanza, avrebbe reso “dichiarazioni false e attestanti cose non vere” nella dichiarazione presentata telematicamente all’Inps. Nella dichiarazione avrebbe omesso “di indicare quale componente del nucleo familiare” il figlio e di “indicare i redditi dell’anno d’imposta 2017” sempre percepiti dal figlio e ammontanti a 19.760,80 euro per lavoro dipendente.
L’accusa ritiene che l’imputata debba rispondere anche del reato di truffa aggravata “perché, con artifizi e raggiri consistiti nell’avanzare domanda per l’ottenimento del reddito di cittadinanza” avrebbe sottoscriveto “la dichiarazione unica sostitutiva per il calcolo del valore reddituale Isee, in cui ometteva la dichiarazione” di convivenza del figlio e il reddito da lui percepito, inducendo “in errore i pubblici ufficiali in servizio presso la sede Inps” e “procurandosi cosi l’ingiusto profitto dato dalla somma totale di 16.051,61 euro, contestualmente arrecando all’ente previdenziale un danno pari all’importo del contributo indebitamente erogato”.
I fatti contestati sono avvenuti ad Assisi, nel periodo aprile 2019-settembre 2020. In tribunale, però, la difesa ha sostenuto che l’imputata non ha commesso illeciti né reati in quanto il figlio non risiede più con la madre, essendosi sposato e avendo avuto dei figli, dal 2013, cioè sei anni prima della richiesta del reddito di cittadinanza. Una seconda eccezione riguarda l’abitazione che madre e figlio avrebbero condiviso: l’immobile, infatti, è stato demolito in periodo antecedente alla domanda per il reddito.
I controlli, infatti, sarebbero stati effettuati solo su base documentale, su registri anagrafici non corretti. Il giudice si è riservato alla prossima udienza una decisione.
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