In Umbria si userà siero di latte per bonificare le falde acquifere contaminate
Utilizzare il siero di latte come substrato organico per bonificare le falde acquifere contaminate da solventi clorurati, che possono essere degradati col prodotto alimentare di scarto. Accadrà in Umbria, precisamente a Balanzano di Perugia, dove un pozzo utilizzato dal Gruppo Grifo agroalimentare è risultato contaminato da composti clorurati, con una concentrazione massima di Tetracloroetilene di 610 ug/l rispetto al limite di legge di 1,1 ug/l. Da qui il via libera all’operazione pubblico-privato, arrivato dopo le verifiche di fattibilità di Arpa Umbria, che coinvolge Ramboll Italy srl, Regione Umbria e lo stesso Gruppo Grifo.
Si chiama “Siero” e è stato presentato venerdì mattina a Palazzo Donini, il progetto dimostrativo sperimentale a scala pilota che è stato sottoscritto da enti pubblici e società private a norma dell’articolo 15 della legge 241 del 1990. Le attività dureranno 12 mesi e non è naturalmente la prima volta che gli scarti dell’industria casearia vengono utilizzati per progetti di bonifica delle falde, ma è inedito, questo è stato spiegato, che la tecnica in questione venga utilizzata su un’area vasta e a inquinamento diffuso come quella di Balanzano. In questo senso, l’assessore Thomas De Luca ha parlato di «un’idea di economia circolare e rigenerativa che su così larga scala non è mai stata messa in campo, ma che può diventare occasione per restituire alla comunità regionale risorse idriche interessate da contaminazione da organoclorurati».
Sottolineata da Alfonso Morelli, neo direttore generale di Arpa Umbria, anche la collaborazione «con Its Academy nel primo di una serie di progetti con un impatto economico sostenibile che vogliamo attuare creando sì innovazione e ricerca, ma anche formazione». Per Arpa Umbria è stato poi il direttore del Servizio Bonifiche, Andrea Scanocchia, a dire che «da anni stavamo dietro a questo progetto, che però non si concretizzava», motivo per cui a suo avviso «l’aspetto innovativo di questo progetto è la sinergia tra vari soggetti interessati allo stesso risultato» per ragioni anche differenti.
Il Gruppo Grifo, infatti, obbligata a rinunciare all’approvvigionamento di acqua dal pozzo di Balzano ha compensato il fabbisogno di acqua attingendo alla rete pubblica con notevoli maggiori; allo stesso tempo la realtà agroalimentare umbra dispone ampiamente del siero di latte, che costituisce, come detto, uno scarto del processo produttivo caseario. «Oggi possiamo finalmente guardare al futuro con fiducia» ha detto Leonardo Cardoni, direttore generale del Gruppo, evidenziando comunque che «come Grifolatte siamo pronti a collaborare pienamente, perché l’acqua è un bene pubblico essenziale, sempre più prezioso e purtroppo sempre più scarso. Sostenere un progetto che unisce tutela ambientale e valorizzazione degli scarti è una responsabilità che sentiamo profondamente».
Qualche dettaglio tecnico in più è stato fornito da Andrea Campioni, country manager di Ramboll Italy, società attiva anche nelle bonifiche: «I siti contaminati, spesso invisibili, sono particolarmente diffusi nelle aree industriali, dove i solventi clorurati sono stati utilizzati anche per attività minori. Queste sostanze, pur essendo organiche, hanno una persistenza elevata nelle falde, dove possono rimanere per decenni senza intervento umano. Col progetto Siero intendiamo utilizzare un materiale facilmente biodegradabile come il siero di latte, che, una volta iniettato, attiva una flora batterica naturale capace di degradare i contaminanti. Sono entusiasta di questo progetto perché dimostra come una tecnologia consolidata possa essere applicata su larga scala con impatto sociale e ambientale concreto»
La bonifica delle falde acquifere contaminate utilizzando scarti dell’industria casearia. Questo l’obiettivo del progetto dimostrativo/sperimentale a scala pilota che è stato sottoscritto ai sensi dell’art. 15 della L. n. 241/1990 dalla Regione Umbria in collaborazione con Arpa Umbria, Ramboll Italy srl e Gruppo Grifo Agroalimentare sac. L’accordo ribattezzato Progetto SIERO è stato presentato a Palazzo Donini dall’assessore regionale all’ambiente Thomas De Luca, il direttore generale di Arpa Umbria Alfonso Morelli, il country market director di Ramboll Italy srl Andrea Campioni e il direttore generale del Gruppo Grifo Agroalimentare sac Leonardo Cardoni.
“Troppo spesso i siti contaminati vengono ignorati perché invisibili – ha detto Andrea Campioni (Ramboll Italy) – eppure tolgono risorse ai cittadini e alle amministrazioni. Sono particolarmente diffusi nelle aree industriali, dove i solventi clorurati sono stati utilizzati anche per attività minori. Queste sostanze, pur essendo organiche, hanno una persistenza elevata nelle falde, dove possono rimanere per decenni senza intervento umano. Con SIERO si utilizza un materiale facilmente biodegradabile come il siero di latte, che, una volta iniettato, attiva una flora batterica naturale capace di degradare i contaminanti. Sono entusiasta di questo progetto perché dimostra come una tecnologia consolidata possa essere applicata su larga scala con impatto sociale e ambientale concreto”.
Infine Leonardo Cardoni, Grifolatte ha ringraziato l’assessore De Luca per aver dato nuovo slancio a un progetto che rischiava di restare bloccato: “Oggi possiamo finalmente guardare al futuro con fiducia. Come Grifolatte, siamo pronti a collaborare pienamente, perché l’acqua è un bene pubblico essenziale, sempre più prezioso e purtroppo sempre più scarso. Sostenere un progetto che unisce tutela ambientale e valorizzazione degli scarti è una responsabilità che sentiamo profondamente”.
Il progetto ha una doppia valenza innovativa. Da un lato sperimentare su un territorio vasto una tecnica di bonifica, sostenibile e circolare, fino ad oggi impiegata solamente su siti puntuali. Dall’altro elaborare una strategia di approccio che vede la partecipazione in sinergia di diversi portatori di interesse pubblici e privati per il risanamento di falde contaminate. L’obiettivo è applicare l’impiego della tecnologia Enhanced Reductive Dechlorination (ERD) per la bonifica degli organoclorurati presenti nelle falde acquifere dell’Umbria, utilizzando siero di latte come substrato organico. Il risanamento viene effettuato tramite l’utilizzo di un prodotto di scarto, fornito a chilometro zero dalla Grifo Agroalimentare, attraverso una tecnica sviluppata da Ramboll Italy, società internazionale attiva anche nel campo delle bonifiche. Il progetto che coniuga bonifica, economia circolare e partenariato pubblico/privato è stato considerato di interesse per un’eventuale partecipazione a Cop30.
L’accordo sottoscritto tra Regione Umbria, Arpa Umbria, Ramboll Italy e Gruppo Grifo mira quindi a trovare soluzioni sostenibili per l’inquinamento diffuso delle acque sotterranee. Il progetto si inserisce nell’ambito delle politiche dell’assessorato volte alla presentazione della proposta di legge regionale sulle norme a sostegno dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile per la gestione integrata dei rifiuti e la bonifica delle aree inquinate che prevede, oltre all’aggiornamento del piano regionale degli interventi di bonifica, azioni di intervento per le aree caratterizzate da inquinamento diffuso come previsto dal D. Lgs 152/06, Art. 239, con particolare attenzione agli interventi ambientalmente più sostenibili e bio based. Arpa Umbria effettuerà il prelievo dei campioni d’acqua e il monitoraggio dei parametri chimico-fisici, sulla scia di uno studio già condotto in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano che ha evidenziato una significativa presenza di solventi clorurati nelle acque sotterranee degli acquiferi alluvionali dell’Umbria, delimitando zone ad inquinamento diffuso.
La vasta area ad inquinamento diffuso è stata individuata a Balanzano, nel Comune di Perugia. Qui, un pozzo di proprietà di Grifo Agroalimentare (Pozzo P41), utilizzato per l’approvvigionamento idrico necessario alla produzione, è risultato contaminato da composti clorurati, con una concentrazione massima di Tetracloroetilene di 610 ug/l rispetto al limite di legge di 1,1 ug/l. Questa situazione obbliga Grifo Agroalimentare ad approvvigionarsi dalla rete pubblica con notevoli costi. Grifo Agroalimentare dispone altresì di ampia disponibilità di siero di latte, uno scarto dei processi produttivi caseari.
Ramboll Italy ha maturato una vasta esperienza nella bonifica di acque sotterranee contaminate da composti organoclorurati, applicando la tecnologia Enhanced Reductive Dechlorination con l’uso di siero di latte come substrato organico. Un’idea progettuale innovativa nata per attuare interventi di trattamento delle acque di falda diffusamente contaminate con costi sostenibili. Indagini preliminari condotte da Arpa Umbria e Ramboll, con la collaborazione di Grifo Agroalimentare, hanno valutato la fattibilità dell’applicazione della tecnologia ERD, giungendo ad un pre-assessment positivo sull’applicabilità della tecnologia.
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