Umbria

Disperato appello di madre: «La tragedia è vicina. Aiutate mia figlia, fate presto»


di M.R.

«Non so più cosa fare, non sono in condizioni di aiutare personalmente mia figlia perché le leggi dello Stato italiano mi costringono a scegliere, tra lei e sua sorella minore; mi aspetto che Serd e Csm trovino una soluzione al più presto, perché non c’è un minuto da perdere; ha bisogno di cure. L’uso di droghe, la malattia mentale e il suo stato di profondo disagio l’hanno resa socialmente pericolosa e allo stesso tempo è esposta a rischi per la sua incolumità. Una perizia psichiatrica la definisce incapace di intendere e di volere ma il sistema si aspetta che sia lei a collaborare per l’inserimento in una struttura idonea. Un sistema in cui i tempi della politica sono diversi da quelli sociosanitari e difficilmente si incontrano con quelli della giustizia. Non può funzionare. Sento vicina la tragedia». Questo lo sfogo di una madre che reitera appelli alle autorità perché la aiutino a gestire la situazione, nell’immediato.

Terni Assume sempre più i contorni di un dramma, il caso della 21enne di Terni, risultata bipolare con disturbo borderline, tossicodipendente e dedita a reati contro la persona e il patrimonio; lo scorso febbraio ha lasciato la struttura di cura alla quale era stata affidata tre mesi prima ed è tornata in strada; libera, nonostante la sua pericolosità sociale e di fatto abbandonata a sé, nonostante le fragilità che la caratterizzano da quando ha interrotto il trattamento farmaceutico. È di poche settimane fa la denuncia-querela del suo amministratore di sostegno in cui si legge: «subisce continue aggressioni e comportamenti prevaricatori da soggetti ai quali si accompagna, allo stato sconosciuti. In particolare, ha subito colpi alla parte superiore del viso, riportando evidenti tumefazioni agli occhi».

Socialmente pericolosa Nella giornata di mercoledì, dopo tre mesi di paure e contatti estremamente limitati, si è fatta viva con sua madre, tramite la commessa dell’Eurospin più vicino a casa, quindi è tornata nell’abitazione di residenza: «È arrivata in condizioni disperate, aveva difficoltà a deambulare, i suoi piedi tumefatti; l’ho medicata e ho cercato di rassicurarla, era in crisi da astinenza. Avevo sospettato che ci fosse lei dietro la rapina di via Castello dei giorni scorsi ed è stata lei stessa a confessarmelo. A me ha riferito di essersi difesa estraendo il coltello, dopo essere stata aggredita. Ha minacciato di uccidersi, se finisce in carcere (lo ha già vissuto); mi ha chiesto aiuto. L’avevo convinta a raggiungere il Pronto soccorso quando, temporeggiando per affidare la sua sorellina a una persona di fiducia, me la sono ritrovata lanciata verso la finestra. L’ho acciuffata per i capelli. L’ho immobilizzata e ho chiamato 118 e forze dell’ordine». Sedata, ha trascorso la notte in ospedale. «Ho rischiato di andarla a trovare all’obitorio – ripete -. E sento che non c’è più tempo da perdere. Percepisco sempre più forte il rischio di una tragedia. Ho avuto rassicurazioni sul fatto che le autorità competenti si sono attivate, confido in un aiuto, ma che non sia troppo tardi – ammonisce -. Aiutatemi». Nero su bianco la situazione in una nuova denuncia presentata giovedì mattina in Questura.

L’interdizione Due mesi fa, «ritenuto che la beneficiaria non appaia consapevole delle proprie condizioni sanitarie, né dei rischi che corre e che ponga in atto comportamenti lesivi della propria incolumità psico-fisica e della propria situazione economica, come dimostrato dal fatto che non si è presentata alla visita di revisione dell’indennità di accompagnamento (essendo invalida Ndr), che è stata quindi revocata», il giudice tutelare ha chiesto l’interdizione. Nello stesso documento si legge: «Sim e Serd di Terni predispongano un piano terapeutico riabilitativo in favore della beneficiaria e, in sinergia con l’amministratore di sostegno, ne illustrino a Basilici Asia contenuto e finalità, al fine di acquisire il consenso allo svolgimento».

Libertà e incapacità di decidere L’autodeterminazione della giovane dunque sembra prevalere su tutto, pericolosità sociale e inclinazione all’autolesionismo comprese. Dal dipartimento delle dipendenze dell’Usl Umbria2 hanno fatto sapere che stante la libertà vigilata con obbligo di regime residenziale presso idonea residenza psichiatrica, cui è sottoposta la ragazza, se risultasse responsabile del reato di rapina in concorso con una 19enne arrestata nei giorni scorsi, rischia la carcerazione. Pertanto, sarebbe opportuno sollecitare Asia ad intraprendere il più presto possibile il percorso in comunità terapeutica. L’interdizione.  Quella potrebbe essere la svolta. «Fate presto – ripete la madre -. Se scappa già stanotte dall’ospedale di Terni, dove per fortuna ha trovato ricovero per un po’ e sono grata ai sanitari che l’hanno presa in carico, sarà di nuovo persa; forse per sempre».

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