«La nostra salute in pericolo»
ANCONA – Alla fine sono state 4.196 le firme raccolte dal comitato Aria nostra contro larealizzazione di un impianto di cremazione interno al cimitero di Tavernelle. «Il 10% dei votanti delle ultime elezioni amministrative, l’85% del Comitato territoriale di partecipazione del quartiere» ha ricordato Simone Spina, portavoce del comitato. C’era lui in prima fila, ieri mattina, quando una delegazione di Aria nostra si è recata a Palazzo del Popolo per depositare la petizione e le sottoscrizioni all’ufficio protocollo del Comune.
Il rammarico
«E sarebbero potute essere anche molte di più, ma in un mese più di questo non siamo riusciti a fare» ha commentato Daniela Diomedi, parte del comitato e consigliera comunale del Movimento 5 Stelle nella passata sindacatura. «Oggi abbiamo depositato questo pacco di firme, speriamo che il sindaco ne tenga conto e confidiamo nella sua sensibilità» ha quindi ribadito. «Non solo lui, ma anche tutti i consiglieri comunali» si è aggiunto Spina, che ha ricordato il voto favorevole del Consiglio all’impianto di cremazione – unico contrario Francesco Rubini di Altra idea di Città, presente ieri a sostegno del comitato.
L’appello
«È stata fatta una leggerezza, errare ci può stare ma ora si tratta di perseverare nell’errore» è stato l’appello del portavoce Spina. «Riteniamo che questo progetto sia molto pericoloso per la salute pubblica e che il luogo nel quale si è scelto di realizzare questo impianto non sia idoneo a questo scopo» ha quindi spiegato Diomedi. Tutto ruota intorno al progetto – portato avanti dall’attuale amministrazione Silvetti – che prevede la costruzione di un crematorio nel cuore del cimitero di Tavernelle. Un’opera da 2,5 milioni di euro circa, necessaria per sopperire alla carenza di spazi per la tumulazione e per accumulare risorse utili alla manutenzione cimiteriale. A preoccupare i residenti, però, sono i fumi prodotti dall’impianto. «Tavernelle è un quartiere densamente popolato, con scuole, università, oratori e parchi» ha denunciato l’ex consigliera pentastellata Diomedi.
La futura mamma
Tra i presenti alla consegna delle firme, anche la signora Sipontina Olivieri. Che mentre parlava, accarezzava con le mani la sua pancia. «È importante considerare anche la problematica delle donne in stato di gravidanza, sono stati pubblicati degli studi che dimostrano le conseguenze (delle emissioni, ndr) su mamme e bambini» ha detto. «Credo che il Comune debba tener conto di queste firme» ha replicato Spina a chi gli faceva notare l’intenzione dell’amministrazione di procedere dritta per la sua strada sulla realizzazione del crematorio.
La sfida
«Se vorrà farlo – risponde il portavoce di Aria nostra – dovrà dimostrare che i documenti che abbiamo e quello che dicono gli scienziati sono cose non vere». «Noi andremo avanti ma confidiamo nell’intelligenza e nella sensibilità dell’amministrazione» è la promessa di Diomedi. Il prossimo punto sul calendario è fissato il prossimo 10 giugno, quando si terrà un confronto pubblico sul progetto al quale è stata invitata anche l’amministrazione. Quindi Aria nostra è contro il crematorio tout court?
L’alternativa
«Laddove vi siano luoghi sufficientemente isolati, per quanto rimarrebbe un’opera pericolosa, nulla esclude che li si possa destinare a questa infrastruttura» chiosa Diomedi. Che poi frena: «Bisognerà aspettare che la Regione licenzi il piano regionale per la qualità dell’aria e il piano di coordinamento (sui crematori, ndr) perché oggi c’è un vuoto normativo e non possiamo permetterci il Far West».