Lazio

Addio a Giancarlo Santalmassi, voce e volto dell’informazione italiana

Roma si è svegliata con una voce in meno. Una voce che ha attraversato le onde dell’etere e i teleschermi per oltre mezzo secolo, accompagnando il Paese nei momenti più drammatici e delicati della sua storia.

È morto nella notte, nella clinica Quisisana, Giancarlo Santalmassi, giornalista, storico volto del Tg2 e direttore di Radio 24, aveva 83 anni.

Un cronista d’altri tempi, capace di unire passione, rigore e innovazione. Santalmassi non ha solo raccontato la storia: l’ha fatta entrare, con pudore e competenza, nelle case degli italiani. Era il 16 marzo 1978 quando, alle 10:01 del mattino, fu la sua voce a interrompere le trasmissioni per dare al Paese la notizia del rapimento di Aldo Moro e della strage di via Fani. Una cronaca scandita giorno dopo giorno con compostezza, senza mai cedere al sensazionalismo.

Il giornalismo come missione civile, dalla tragedia di Vermicino — con la lunga e straziante diretta della morte del piccolo Alfredino Rampi — fino all’attentato a Papa Giovanni Paolo II, Santalmassi è stato una guida sobria in mezzo al caos dell’informazione.

Nato a Roma nel 1941, aveva cominciato giovanissimo a scrivere per Panorama, per poi approdare in Rai nel 1961, dove divenne presto una figura chiave del Tg2. Da inviato a conduttore, è ricordato come uno dei primi a portare in Italia uno stile televisivo “all’americana”: diretto, accessibile, mai costruito.

Nel 1994, dopo oltre trent’anni di Rai, passò al mezzo radiofonico. Fu lui a ideare e lanciare Zapping su Radio Rai, un format che aprì la radio al dibattito pubblico quotidiano, in tempo reale. Ma è con Radio 24, emittente del Gruppo Il Sole 24 Ore, che trovò una nuova dimensione: prima come voce, poi come direttore responsabile dal 2005 al 2008. Condusse anche Viva Voce, talk di approfondimento politico che portò pluralismo e ritmo nella narrazione radiofonica.

Instancabile innovatore, nel 2013 fondò In Più, quotidiano digitale d’opinione. Sempre in ascolto del cambiamento, anche nell’età in cui molti si sarebbero già ritirati.

Il suo lascito è fatto di parole precise, silenzi rispettosi, e di un’etica professionale che oggi appare quanto mai necessaria. Marta Cagnola, giornalista di Radio 24, lo ha salutato con un post su X: “Una delle persone a cui devo di più in tutta la mia vita. Sempre grazie, maestro”.

Anche la Rai ha voluto omaggiarlo con una nota ufficiale: “Santalmassi è stato testimone di alcuni dei momenti più drammatici del secolo scorso, con passione e rigore messi al servizio del giornalismo pubblico”.

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