Speleologo di Biella muore nella grotta Remeron: chi era Mauro Consolandi
Uno speleologo istruttore del Cai di Biella di 73 anni, Mauro Consolandi, ha perso la vita sabato durante un’escursione nella Grotta Remeron, sul campo dei Fiori, nel territorio del comune di Comerio. È scivolato per 15 metri in corrispondenza del primo pozzo (di tale profondità) davanti agli occhi della moglie Mirella Vermi (anche lei del gruppo speleologico e consigliera del Cai di Biella). Entrambi speleologi esperti erano con un gruppo di nuovi allievi e stavano partecipando a un’escursione organizzata al termine del corso di speleologia conclusosi un mese fa: un’occasione per fare sperimentare ai ragazzi vari passaggi tecnici. Avevano già visitato grotte più complicate. Il due aprile erano stati a Cima Paradiso sempre nel comprensorio del campo dei Fiori, una grotta di media difficoltà.
Era stata scelta una grotta non difficilissima con lo scopo di far allenare gli allievi che avevano terminato le lezioni teoriche e pratiche. Mauro era sempre il primo a visionare, a vedere se fosse tutto a posto per l’escursione. Insieme al gruppo Consolandi stava affrontando una sezione di grotta non aperta al pubblico quando, intorno a mezzogiorno, è scivolato per 15 metri e la caduta è risultata fatale. Per il recupero del corpo i soccorritori hanno impiegato quasi sei ore. Nell’incidente è rimasto ferito anche un altro speleologo di 52 anni portato in ospedale in codice giallo.

In pensione da alcuni anni, Consolandi risiedeva a Brusnengo, paese di 1800 abitanti in provincia di Biella. Consolandi faceva parte della speleologia piemontese da quarant’anni, ha esplorato tantissimo e ha partecipato attivamente a numerosi corsi, spedizioni e iniziative speleologiche. La passione ha coinvolto l’intera famiglia: il figlio Federico fa parte del Soccorso Speleologico.
Lo speleologo era molto conosciuto in Italia nell’ambito degli appassionati e studiosi di grotte e cavità ipogee. Di lui viene ricordato il contributo significativo alla documentazione e alla comprensione delle grotte. Grazie al suo lavoro di ricerca sono stati realizzati molti modelli in 3D delle cavità carsiche. Gli istruttori del Cai lo descrivono come una persona molto dotata dal punto di vista fisico, molto capace.
“Aveva anche la rara capacità di insegnare – racconta Enrico Lana, naturalista e biospeleologo di Chivasso, molto legato a Consolandi – è stato istruttore di speleologia per parecchi anni, negli ultimi cinque anni aveva avuto alcuni problemi alla vista, non vedeva bene i colori, ma non aveva mollato le sue grotte. Facevamo regolarmente una uscita settimanale con i compagni coetanei del Gruppo speleologico biellese del Cai”. Lana ha pubblicato sul suo profilo Facebook una foto scattata l’altro ieri insieme allo studioso biellese durante una esplorazione. “Non ho parole”, il suo sofferente commento. Consolandi ha dato contribuito importante allo sviluppo del catasto speleologico italiano. Unanime il cordoglio degli appassionati.
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