La biografia che accusa Alain Delon di violenza e atti paranoici, il figlio Alain-Fabien: «Ha spaccato la testa a mia madre, le ha rotto il naso due volte e otto costole»
Alain Delon sex symbol e attore indimenticabile. Ma anche, in queste ore, violento e paranoico: almeno è quello che sostiene il ritratto fatto dai giornalisti francesi Laurence Pieau e François Vignolle, che escono in libreria con la biografia postuma dell’attore, intitolata Les Derniers jours du Samouraï. Gli ultimi giorni del Samurai, appunto (Samurai era uno dei soprannomi di Alain Delon, tratto dal film thriller-poliziesco che interpretò nel 1967 e che fu uno di quelli capaci di consacrare la sua figura di attore), quelli precedenti alla sua morte, avvenuta poco meno di un anno fa.
Giorni caratterizzati da tensioni familiari notevoli, come aveva già raccontato la sua ultima compagna, Hiromi Rollin, sostenendo che i tre figli di Delon, nati da una vita di tante relazioni amorose, Anthony, Alain-Fabien e Anouchka (tra i figli di Delon ci sarebbe anche Ari Boulogne, che però non venne mai riconosciuto dall’attore) le avevano impedito di dargli l’ultimo saluto. Ora, quei giorni tristi e tormentati sono raccontati anche in un libro inchiesta che sta infiammando la Francia, raccontando il lato più oscuro di uno dei suoi volti più popolari.
Il libro raccoglie testimonianze della famiglia della star, dei suoi dipendenti, dei suoi vicini di casa, di amici e perfino di agenti di polizia. Il risultato è un quadro allarmante, in cui si racconta un clima di violenza e di paranoia imposto da Delon alle persone a lui vicine.
La testimonianza più cruda e scioccante è forse quella di suo figlio Alain-Fabien, che descrive le violenze subite da sua madre, Rosalie van Breemen per mano di Delon: «Ha spaccato la testa a mia madre», racconta il modello francese. «Le ha rotto il naso due volte, le ha rotto le costole, le ha rotto otto costole…». E parla anche di maltrattamenti e violenze nei confronti proprio dell’ultima compagna di Delon, Hiromi Rollin, con cui pure i rapporti sono sempre stati più che controversi, visto che i figli l’hanno sempre accusata di essersi approfittata dell’attore francese, ormai anziano. «Non saprei dire quante volte ha picchiato Hiromi», ha detto il figlio di Delon ai due giornalisti. Una teoria confermata anche da un’amica della donna, che racconta agli autori del libro di averla vista «con gli occhi neri e lividi» o «con il segno delle dita sul viso».
Le testimonianze raccolte dai due giornalisti, che parlano di una situazione familiare devastante sono tante. C’è la guardia del corpo di Delon che dice che «Dallas è una barzelletta in confronto», scherzando sulle dinamiche più tipiche di un drama televisivo che della vita reale. La colpa, si intuisce, sarebbe dell’attore, che viene anche raccontato come un uomo paranoico, al punto da tenere una pistola costantemente sotto il letto e, negli ultimi mesi della sua vita, quando questa paranoia pareva peggiorata, arrivare a puntarla proprio contro la sua guardia del corpo. Da quel giorno – racconta il libro – suo figlio Alain-Fabien sostituì i proiettili della pistola con munizioni finte.
Un’immagine, quella che viene fuori dal racconti di questi ultimi giorni del Samurai che certo non fa onore a quello che è stato un grande divo del cinema internazionale è un’icona di bellezza e bravura del suo tempo, rimasta immortale negli anni. E che pure ha costruito intorno a sé un universo evidentemente complicato e per nulla sereno, indipendentemente dal fatto che queste accuse di violenze vengano confermate o smentite. Il ritratto che ne esce, infatti, è inquietante, ma è pur vero che, anche senza queste terribili testimonianze, la vita di Alain Delon era stata già da tempo macchiata da voci, accuse e controaccuse, liti familiari e vicende poco limpide, che di certo ne avevano sporcato quell’immagine lasciata nel cuore di tutti i suoi fan.
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