Fine Vita, da medici e infermieri il via libera alla legge regionale – Cagliaripad.it
La Commissione Sanità del Consiglio regionale incassa il primo via libera dagli operatori del sistema sanitario sulla proposta di legge n.59, meglio conosciuta come “Fine Vita”.
A favore della proposta si sono pronunciati questa mattina i rappresentanti degli ordini regionali dei medici e degli infermieri. Per i sanitari, si tratta di un’iniziativa da condividere pur nella consapevolezza che sulla materia sarebbe necessario un intervento legislativo del Parlamento in modo da evitare una disciplina frammentata su un tema così importante.
I rappresentanti degli ordini dei medici hanno suggerito alla Commissione una valutazione più approfondita sui tempi indicati in legge (20 giorni) tra la presentazione della domanda e l’erogazione del trattamento di suicidio assistito al paziente che ne fa richiesta. Nulla da obiettare invece sulla decisione di intervenire sulla materia con una legge regionale: “L’iniziativa delle regioni può rappresentare uno stimolo a legiferare nei confronti del Parlamento che, a distanza di 6 anni dalla sentenza delle Consulta, non si è ancora pronunciato su un tema di tale portata”.
Favorevoli alla proposta anche i rappresentanti provinciali dell’Ordine degli infermieri Gianluca Chelo (Sassari), Raffaele Secci (Oristano), Francesca Cottogno (Cagliari) e Graziano Lebiu (Sulcis). Dagli infermieri è arrivato l’invito a prevedere un ruolo anche per i medici di famiglia che per i pazienti rappresentano la prima figura di riferimento.
“Bene il riconoscimento del nostro ruolo – hanno detto – per operare in un campo così delicato sarebbe utile individuare percorsi di formazione specialistici e un protocollo di intervento chiaro e condiviso”.
Nel corso delle audizioni si sono dimostrati non concordi i consiglieri di opposizione Corrado Meloni (FdI) e Umberto Ticca (Riformatori). Per la maggioranza Peppino Canu (Sinistra Futura) ha spiegato che “questa legge non legifera sull’esistenza o meno del diritto che è già stato sancito dalla Corte Costituzionale. Qui si vuole solo individuare un percorso per non ostacolare la volontà dei pazienti che decidono di ricorrere al suicidio medicalmente assistito”.
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