Marche

Marche, quattro mesi e una la lunga scia di calore

Non lasciamoci fuorviare da questo maggio ancora fresco, senza anticicloni stabili che scaldano l’aria e tengono al riparo dai temporali. Perché se nelle ultime due settimane il termometro nelle Marche è rimasto addirittura al di sotto delle medie stagionali (-0,4° nel parziale di metà mese) negli ultimi 12 mesi consecutivi la temperatura media regionale è di oltre un grado superiore alla media storica 1991-2020.

Il lungo periodo

Un conto è il meteo, che può variare anche nel giro di poche ore, altro l’andamento climatico, che registra come mutano nel lungo periodo dei decenni alcune variabili come la temperatura e il livello delle precipitazioni. E nelle Marche sta continuando il processo di riscaldamento in atto ormai dalla metà degli anni ’80, come conferma anche l’ultimo report dell’agenzia regionale Amap dedicato all’andamento nel clima nel mese scorso, che esamina anche i dati dall’inizio del 2025 e negli ultimi 12 mesi. Le conseguenze delle anomalie termiche cominciano a essere sotto gli occhi di tutti.

L’estate scorsa nel medio Adriatico la temperatura del mare a metà luglio aveva sfiorato i 30° C, quasi 2,5 in più delle medie del periodo, sfiorando quelle del Mar Rosso o del Triangolo dei Coralli. Una pentola a pressione, quel mare bollente, che aveva favorito al cambio di stagione fenomeni estremi, come l’alluvione del 18-19 settembre nella zona tra Ancona e Falconara, e altri effetti collaterali che si osservano anche quest’anno, con la quasi scomparsa del mosciolo selvatico di Portonovo.

L’estate che verrà

E la prossima estate? Finora il 2025 è all’insegna di scarti termici positivi, con quattro mesi su quattro che registrano temperature superiori alle medie degli ultimi 30 anni. Gennaio ha chiuso a +2,3° C, febbraio a +1°, marzo a +0,7° e ora anche aprile si rivela più caldo della norma con una temperatura media regionale di 13.1°, +0.9° sulla media storica. «Da inizio anno – si legge nel report a cura dei meteorologi Danilo Tognetti, Michele Tonnini e Stefano Leonesi -, la temperatura media regionale si è attestata sui 9.3°C con un surplus di 1.2°C rispetto alla media storica 1991-2020». L’analisi dell’Amap allarga l’orizzonte alla temperatura media regionale degli ultimi 12 mesi (maggio 2024-aprile 2025) risultata pari a 15.1°C, 1.2°C superiore alla media. «Si tratta – concludono gli esperti Amap – del terzo valore più alto dal 1961 per il periodo dei dodici mesi in esame».

Non certo una tendenza nuova. «Per la nostra regione si registra un graduale riscaldamento già a partire da metà anni Ottanta, divenuto poi più accentuato con l’inizio del nuovo millennio», si legge nell’analisi climatica condotta nel dicembre scorso dall’Amap, agenzia regionale per l’Innovazione nel Settore Agroalimentare e della Pesca (ex Assam), uno studio condotto su 30 stazioni meteo e finalizzato alle strategie di adattamento e mitigazione del settore agricolo al cambiamento climatico.

Tre anni da record

Dal 2000 in poi, ben 19 anni su 25 sono stati più caldi del normale e per trovare un anno più freddo della media è necessario risalire fino al 2013. Negli ultimi 11 anni consecutivi la temperatura media annua regionale è stata più elevata rispetto alla media (13,9° C) del trentennio. Davvero da record gli ultimi tre anni, con un eccesso di caldo che ha superato il grado di anomalia. Già il 2023 era stato per le Marche il più caldo degli ultimi 63 anni con una temperatura media di 15.4°C (+1,5°C rispetto al trentennio 1991-2020) e nel 2024 il primato è stato eguagliato, con una temperatura media ancora di 15.4°C.

E le piogge? L’aprile scorso, dopo un marzo decisamente più bagnato del normale, ha registrato una piovosità inferiore alla norma, con una precipitazione mensile pari a 41 mm e un deficit di 34 mm (-45%) sullo storico 1991-2020.

«Da inizio anno – si legge nel report di Amap -, la precipitazione totale regionale, pari a 256 mm, è pressoché in media con lo storico 1991-2020.

Anche negli ultimi 12 mesi, la precipitazione totale regionale, con i suoi 852 mm, risulta in linea con lo storico 1991-2020». Al momento, a differenza degli ultimi due anni, non si profila un rischio di siccità per la prossima estate: tutti gli indici con cui i meteorologi di Amap misurano la tendenza alla siccità su diversa scale temporali (a 3, 6 e 12 mesi) sono in un intervallo vicino alla normalità.




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