Economia

Lagarde: “Se i negoziati sui dazi saranno infruttuosi, la risposta dell’Ue dovrà essere forte”

MILANO – Nel nuovo scacchiere mondiale, su cui aleggiano i dazi imposti dal presidente Usa, la numero uno della Bce auspica al dialogo tra le parti. Ma se le parole non dovessero bastare, appoggerà una posizione ferma da parte dell’Unione europea.

Prima il dialogo, ma individui già i settori da colpire

“La reazione dell’Ue dovrebbe avere un impatto forte qualora i negoziati si rivelassero infruttuosi”, afferma Christine Lagarde in un’intervista alla La Tribune Dimanche. “Significa che deve aver individuato i settori, le regioni, gli importi e le percentuali pertinenti per poter determinare le misure di ritorsione disponibili. Dal punto di vista commerciale deve negoziare, valutare il margine di manovra, comprendere le esigenze della controparte e valutare se sia possibile raggiungere un accordo”. Ma se così non fosse, dovrà avere il polso fermo.

Lagarde positiva, “l’Ue più necessaria che mai”

“L’ascesa al potere del presidente Trump ha rimescolato simultaneamente le carte in tre settori chiave: economico, politico e militare. Tre grandi assi di cooperazione internazionale, nel quadro della globalizzazione sviluppatasi negli ultimi decenni”, prosegue Lagarde. E con un filo di ottimismo aggiunge: “Più che una minaccia, è un’opportunità. L’Europa è più necessaria che mai, i suoi leader devono accelerare il processo di approfondimento dell’Unione”.

“Non sono affatto pessimista”, afferma parlando del contesto economico. “L’occupazione tiene, il potere d’acquisto è in aumento e l’inflazione è in calo. Consumi e investimenti dovrebbero riprendere a crescere, anche se l’incertezza generata dagli annunci dell’amministrazione statunitense sta pesando sulla fiducia e frenando la ripresa”.

“Tuttavia – e qui cambia tono – credo che dobbiamo dimostrare un desiderio comune di liberarci dalle dipendenze energetiche, militari e finanziarie in cui ci siamo ingenuamente cullati. È un brusco risveglio, ma possiamo raccogliere la sfida: l’Europa lo ha già in parte dimostrato diversificando le sue fonti di approvvigionamento energetico. E dovremmo ridurre ulteriormente le forniture di gas provenienti dalla Russia. Sono volutamente ottimista, perché penso anche che sia questo l’approccio che dobbiamo adottare”.

“L’indipendenza delle banche centrali è fondamentale”

La governatrice non ha taciuto sugli attacchi sferrati da Trump contro la Federal Reserve e il suo presidente, Jerome Powell. “Non è mai finita bene quando una banca centrale si è trovata sotto il gioco di un’autorità fiscale”, ricorda. Una situazione simile potrebbe verificarsi anche nel Vecchio continente? “No”, risponde secca, “l’indipendenza della Banca Centrale Europea è garantita dai Trattati. In generale, l’indipendenza di una banca centrale è fondamentale affinché un Paese, o un gruppo di Paesi, possa avere un sistema monetario e finanziario sano”.

Sull’euro digitale la Bce sarà “tecnicamente pronta a ottobre”

Sul fronte finanziario Lagarde invita a “creare soluzioni europee che ci aiutino a evitare il tipo di dipendenza che avevamo dall’energia, in particolare per le infrastrutture di pagamento e l’euro digitale”. Per la presidente Bce sono settori su cui si può recuperare terreno. “L’Europa non è il Far West. Per l’euro digitale e l’unione dei mercati dei capitali, l’ondata di entusiasmo è la più forte che abbia mai visto nei sei anni in cui sono stata alla Bce. Dobbiamo anche armonizzare la vigilanza, come abbiamo fatto con successo per il settore bancario”. Quello dell’euro digitale “è un tema su cui la Bce sta lavorando insieme al Parlamento, che deve approvare il progetto. Da parte nostra, a partire da ottobre saremo tecnicamente pronti a completare i preparativi per l’implementazione e il graduale ampliamento del progetto”.

Uniti anche sulla difesa, se necessario

Lagarde spera che l’Europa sappia unirsi anche nella difesa, dovesse rivelarsi necessario. “Se tutti i Paesi europei dovessero affrontare minacce esterne, dovrebbero fare un balzo in avanti insieme. La Nato ha finora lavorato molto bene per contribuire a proteggere l’Europa. Ora abbiamo tutti compreso la necessità di costruire insieme un meccanismo di difesa europeo comune. Le minacce condivise possono dare origine a iniziative condivise, come abbiamo visto con il prestito di Next Generation EU durante la pandemia”.


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