Conerobus, allarme rosso, servono subito 2 milioni. E il nuovo dg? Non si farà
ANCONA Un ammanco da 2 milioni nelle casse di Conerobus. Oltre al milione e 800mila euro che la Regione avrebbe già stanziato, e in parte erogato, sotto forma di contributi (ma da solo non basta). La situazione da allarme rosso che rende necessario un dialogo – d’urgenza, già questa settimana – tra il sindaco Silvetti e il governatore della Regione Marche Acquaroli, con le prossime regionali sullo sfondo e il jolly della filiera da giocarsi, per tentare di pareggiare il bilancio in extremis. Il futuro di oltre 450 dipendenti che merita chiarezza. A stretto giro. Lo sa bene lo stesso presidente dell’azienda D’Angelo che, tra le altre cose, ha deciso di congelare la nomina del futuro direttore generale di Conerobus (ventilata in precedenza dalle varie anime, compreso il vicesindaco Zinni) dato il momento.
Un vecchio problema
«Rivesto il ruolo da un anno e ho le idee molto chiare – spiega l’ex dirigente della Polstrada – I problemi arrivano da lontano: abbiamo raccolto un’eredità pesante dovendo, anche parzialmente, riorganizzare il servizio. La posizione debitoria, i costi relativi alla gestione ma soprattutto le risorse che il Governo stanzia alla Regione in materia di trasporti. Le Marche sono la Cenerentola». Giusto citare anche alcuni numeri per fornire uno spaccato fedele della situazione: a fine 2023 la situazione debitoria gravitava sui 25,7 milioni con 815mila euro di spese relative al solo carburante in più rispetto all’anno precedente.
In tutto ciò i ristori della Regione ammontavano a circa 4 milioni (3.9 per la precisione) ma per i ricavi andava registrato un aumento di 1.1 milioni: «Stiamo perseguendo una politica all’insegna della trasparenza e della legalità improntata sulla sicurezza e sulla lotta al mancato pagamento dei biglietti. Non intendo indietreggiare di una virgola. Logico che tutto ha un costo, compresi i controllori (gli introiti per i biglietti venduti coprono il 35% dei costi)». Sulla ricetta per uscire da questa situazione ultra-delicata non ci sono dubbi.
Politica ad ampio raggio
«Ci vuole una politica a lungo termine. Da parte nostra incontreremo i sindacati perchè è chiaro che, purtroppo, questo sacrificio graverà sui lavoratori. Abbiamo obblighi con Regione e Comune, rispettivamente per le extra urbane e urbane, di 2100 corse al giorno (1500 in territorio urbano). Ci sono due strade: o viene aumentato il costo del servizio o si riduce il servizio stesso. Nelle difficoltà stiamo facendo un ottimo lavoro ma queste cose non si sistemano dall’oggi al domani. Nuovo dg? Ho sempre detto che stavamo solo valutando questa figura. Ma se non mettiamo i conti in ordine non si può gravare l’azienda di un altro onere». Oggi intanto sarà una giornata fondamentale.
Alle 16 è in programma il CdA di Conerobus che dovrà il buco da 2 milioni, vagliare il cambio delle deleghe in seno al Consiglio anche per la situazione dell’ad Luzi (ancora alle prese con i noti problemi di salute dopo l’incidente in montagna dello scorso gennaio) e fissare la successiva assemblea dei soci. Proprio per l’approvazione del bilancio. Per non farsi mancare niente sempre in giornata è prevista l’assemblea dei soci di Conero Service di cui Conerobus rappresenta la fetta più importante.
Le richieste dei sindacati
In tutto questo i sindacati – che hanno annunciato la mobilitazione per lo sciopero del 20 maggio – preoccupati per lo scenario hanno alzato il tiro della protesta: «In un anno e mezzo non è migliorato nulla, anzi c’è un dato peggiorativo – riferisce Bora di Faisa-Cisal – Ci aspettavamo una governance forte. Cosa chiediamo all’amministrazione? Di intervenire sul CdA e cambiare le deleghe. Sarebbe la prima risposta concreta ai vari problemi».