Campania

trovato un milione di euro in contanti in freezer e camini


Un milione di euro in contanti occultato in freezer e camini. E’ quanto scoperto e sequestrato dalla Guardia di Finanza di Bologna e dalla Polizia di Stato nell’ambito dell’inchiesta su una banda specializzata nell’emissione di false fatture e riciclaggio, per 24 milioni di euro, che ha portato all’esecuzione di 29 misure cautelari (una in carcere, una ai domiciliari, 10 obblighi di firma e 24 provvedimenti di divieto a svolgere attività imprenditoriale e ricoprire cariche sociali) e al sequestro di tre milioni di euro.

Soldi, Rolex e lingotti in freezer e camini

Nelle 40 perquisizioni eseguite nelle ultime ore, utilizzando anche ‘cash dog’, è stato trovato circa un milione in contanti nascosto anche all’interno di freezer e camini, oltre a orologi Rolex e a un lingotto d’oro da un chilo. Le misure più ‘pesanti’ hanno raggiunto i presunti vertici dell’organizzazione, due soggetti di Casal di Principe, uno dei quali è finito in carcere (Cipriano Barbato) e l’altro agli arresti domiciliari (Franco Cristiano). Ci sono poi 10 obblighi di firma, a carico di 5 persone del casertano, 3 del napoletano e 2 del bolognese. Sono inoltre stati emessi 24 provvedimenti di divieto di svolgere attività imprenditoriale e ricoprire cariche sociali per un anno (alcuni dei quali hanno raggiunto soggetti colpiti anche da obbligo di firma). Si tratta di 11 imprenditori del Bolognese, 3 del Ferrarese, uno del Modenese e uno del Mantovano, ai quali si aggiungono 5 casertani e 3 napoletani (di questi, 7 raggiunti anche da obbligo di firma).

L’inchiesta partita da una segnalazione di Poste

A fare partire l’indagine è stata una segnalazione di Poste italiane alla Polizia Postale, relativa a movimentazioni sospette, quantificabili in migliaia di euro in entrata ed in uscita in archi temporali ristretti, su un conto corrente da poco aperto in un ufficio del Bolognese. Gli accertamenti e le attività tecniche hanno via via portato a individuare il gruppo di persone finito al centro dell’inchiesta, composto da imprenditori reali e fittizi nel campo edile.

Come funziona il riciclaggio

L’organizzazione, che nelle prime fasi sembrava essere legata all’illecito sfruttamento della normativa legata al Superbonus 110%, aveva in realtà incentrato i propri affari sul business del riciclaggio e autoriciclaggio del denaro con il meccanismo delle false fatture, emesse da 8 imprese fittizie nei confronti di quelle realmente esistenti, oltre un centinaio le società coinvolte. Le somme venivano poi recuperate con denaro contante messo a disposizione da ambienti criminali campani, decurtate di una percentuale fissata per il ‘servizio’ prestato. In questo modo, gli imprenditori riuscivano a pagare meno tasse abbattendo fittiziamente i ricavi, oltre a creare provviste occulte da reimmettere nel circuito economico. Il sistema, secondo quanto ricostruito, andava avanti da almeno 5 anni. 

L’operazione ha toccato le città di Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna, Reggio Emilia, Forlì, Rimini, Mantova, Napoli e Caserta. L’estensione e la complessità delle indagini -spiega una nota- hanno richiesto il coinvolgimento dei Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica distribuiti su tutto il territorio nazionale e il supporto tecnico del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico) della Guardia di Finanza. 


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »