“Il mio funerale? Farò un figurone con un bel vestito largo e mi farò truccare dalla mia truccatrice. Paolo Fresu suonerà per me”: così Ornella Vanoni
Ornella Vanoni ci scherza sempre su da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, quando dice che non sa se riuscirà a tornare la puntata successiva. Il tema? Il funerale: “Mi sono già organizzata: ho chiesto a Paolo Fresu di suonare al mio funerale, indosserò un bel vestito largo tutto plissé, mi farò truccare dalla mia truccatrice. Farò un figurone. Non voglio morire tardi, non potrei sopportare di stare a casa senza far niente”. Lo ha rivelato l’artista a Il Corriere della Sera nel presentare il suo nuovo libro “Vincente o perdente”, scritto con Pacifico, che esce il 6 maggio.
Sono tanti gli aneddoti raccontati nel volume: “Giorgio Strehler portava nella mia vita una vita smisurata. Se c’era da sperimentare con l’erotismo, se era quello che desiderava, mi affidavo. – ha rivelato – Se erano le droghe, o qualsiasi possibilità di alterazione, mi allineavo. Se ami qualcuno, non lo lasci mai solo. L’altra persona lo perlustri, da cima a fondo. Soprattutto in un periodo storico come quello, dove ogni tabù era nel mirino. E fli scheletri vinvece di starsene buoni nell’armadio se ne andavano a spasso per la stanza. Se l’amore si misura a sofferenza, a patimento, a mancanza, a sensazione di urgenza permanente, beh il grande amore della mia vita è stato Gino Paoli. Ci siamo uniti perché tutti e due eravamo cnsdierati strami diversi”.
Una curiosità: “Ho tatuata nel petto la S di Solitudine. Mi sono sempre sentita sola. Da quando ricordo, da quando ero piccola. Una sensazione di non completezza, la certezza di avere un lato scoperto e che nessuno può veramente proteggerti”.
Poi il tema della depressione: “L’aveva mio padre, forse è genetica. Ho attraversato diverse volte quella foresta spettrale. A me è successo tre, quattro volte, di caderci dentro: una volta è stata così forte che mi sono fatta ricoverare e da allora ho preso gli psicofarmaci. Gli psicofarmaci non bisogna mai abbandonarli se sei una persona che tende alla depressione. Sono una barriera: ti può venire la tristezza, ti può venire la malinconia, che è anche bella, però la barriera degli psicofarmaci ti impedisce di andare oltre sono al primo piano, se mi butto dalla finestra rimango sciancata e basta”.
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