Puglia: no aumento Irpef ma meno risorse per istruzione e agricoltura
“I pugliesi non avranno l’aumento dell’Irpef e di tutte le altre addizionali, ma avranno meno risorse per l’istruzione, per i servizi sociali, per lo sport, per l’agricoltura, eccetera; perché per ripianare il deficit sanitario della Puglia 174 milioni di euro, è stato saccheggiato non solo l’avanzo di amministrazione, ma anche l’extragettito e molti capitoli del Bilancio triennale”. Così i gruppi di opposizione di centro destra alla Regione Puglia dopo l’approvazione da parte dell’assemblea regionale con 29 voti favorevoli, 15 contrari e un astenuto il disegno di legge contenente le disposizioni urgenti per la copertura del disavanzo del servizio sanitario regionale risultante dal conto economico al quarto trimestre 2024.
Per la minoranza “questo governo regionale ha scaricato sul prossimo un macigno finanziario, il prossimo governatore camminerà con una pesante palla al piede e, quindi, il rischio che l’aumento delle tasse venga rinviato dopo la campagna elettorale è un rischio concreto. Abbiamo convintamente votato contro – spiegano i gruppi di centrodestra – perché il presidente Michele Emiliano avrebbe potuto, con atto monocratico, procedere al ripiano del debito, ma ha voluto fare una prova di forza con la sua maggioranza spalmando la responsabilità sul deficit sanitario a tutto il Consiglio, mentre per noi doveva essere tutta in capo a chi quella voragine di debiti, 174 milioni, l’ha creata: ovvero Emiliano, perché è lui che ha sperperato e sprecato risorse non a favore dei cittadini, ma per alimentare la sua fame di consenso elettorale.
Ma Emiliano, che è davvero un fenomeno sul piano comunicativo, è riuscito a far passare il messaggio che se in Puglia venivano aumentato le tasse la colpa era anche ‘nostra’, del centrodestra che ha sempre denunciato sprechi e malasanità”.
“I pugliesi devono sapere come si è arrivati a questo disastro volutamente”, sottolineano i gruppi di centrodestra. “Nel 2023, l’allora assessore alla Sanità Rocco Palese, era riuscito, d’accordo con il Governo nazionale, a mettere sotto controllo la spesa per far uscire la Regione Puglia dal Piano di rientro. Certo con una cura drastica delle spese da parte delle Asl, ma necessaria. Una delibera votata in giunta e quindi che aspettava solo di essere attuata, ma improvvisamente – sostengono – tutto si blocca con le dimissioni improvvise di Palese il 23 aprile dello scorso anno”.
“Da quel momento scientemente c’è stato un cambio di passo: si è andati a smontare tutte quelle delibere di Giunta che l’assessore Palese aveva fatto in materia di spesa sanitaria, in materia di acquisto di beni e servizi, in materia di investimenti, per dare mano libera ai direttori delle Asl. E la spesa è impazzita non perché si sono spese risorse per migliorare l’assistenza, ma perché, avvicinandosi la campagna elettorale, le maglie si sono allargate e ai direttori generali è stato detto: lavorate, procedete, noi vi copriamo le spalle, abbiamo la campagna elettorale, potete fare tutto quello che volete. E per agevolare questo percorso si è anche modificata una delibera che prevedeva il controllo dell’operato dei Direttori generali Asl con il benestare dell’assessore al Bilancio Fabiano Amati, che si proclama il paladino del controllo della spesa, ma poi in giunta vota per togliere i controlli”.
“Oggi per tentare di coprire il buco si sta utilizzando non solo l’avanzo di amministrazione, cosa che il Governo nazionale aveva dato la possibilità di utilizzare – rilevano i consiglieri della minoranza – ma anche l’extra gettito di 47 milioni che la Regione dovrà restituire allo Stato nel 2026 e nel 2027, come dire che, se non mettiamo quest’anno le mani nelle tasche dei pugliesi, lo faremo nei prossimi anni. Una manovra squallida con la quale si prendono in giro i pugliesi, sbolognando al prossimo governatore e alla sua maggioranza la responsabilità di coprire un debito prodotto esclusivamente dalla ‘malagestio’ di Emiliano e la sua maggioranza. Intanto dal Bilancio 2025, approvato solo quattro mesi, vengono tagliati per il 2026 e 2027:
- 6 milioni per le politiche sociali verso gli ultimi
- 4 milioni di euro per il diritto allo studio
- 3 milioni alla cultura
- 2 milioni per i finanziamenti aggiuntivi per gli extra Lea (livelli essenziali assistenza ndr)
- 1,4 allo sport; oltre 600mila al turismo
- 400 mila all’agricoltura; 300mila ai trasporti
Ma ci sono tagli notevoli all’urbanistica, all’ambiente, ai rifiuti, ai parchi, ai Comuni. Ecco, questa oggi è la plastica dimostrazione del fallimento del centrosinistra in materia sanitaria. Un governo regionale – concludono – che più che pensare alla salute dei cittadini pugliesi, ha utilizzato la sanità come un bancomat per risolvere problemi clientelari ed elettorali.”
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